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Danneggiamenti e intimidazioni all’ex banca sotto sequestro: liberiamo Bancarotta dalla (in)custodia giudiziaria.

COMUNICATO: Danneggiamenti e intimidazioni all’ex banca sotto sequestro: liberiamo Bancarotta dalla (in)custodia giudiziaria.

 

Da realtà che si batte per la riqualificazione dal basso degli spazi abbandonati al degrado, sia dal pubblico che dal privato, non abbiamo mai smesso di vigilare sullo stato dell’arte della struttura di Bancarotta, anche durante il sequestro della magistratura.

Il Primo Maggio scorso, assieme a centinaia di cittadini, dopo il corteo che ha attraversato Fuorigrotta, Cavalleggeri e Bagnoli, abbiamo riaperto simbolicamente quello spazio per ribadire chiaramente che quei sigilli sono ormai una farsa.

Il corteo del Primo maggio riapre simbolicamente Bancarotta

Il corteo del Primo maggio riapre simbolicamente Bancarotta

 

Per tanti motivi: perchè la Bagnoli Futura SpA ha potuto continuare, nonostante il sequestro e le indagini a carico dei suoi ex dirigenti per Truffa e Disastro Ambientale, le sue attività; perchè il sequestro non ha condotto fin’ora a fare luce sul reale stato dell’arte dell’inquinamento dei suoli e sulle responsabilità sulla mancata bonifica; perchè tale sequestro ha finito per salvaguardare le botteghe delle cricche speculative che insistono sul litorale senza far luce su un evidente disegno criminale di messa in discussione dei vincoli urbanistici e ambientali previsti dagli strumenti di piano; perchè un sequestro in questi termini è inutile, dispendioso e finisce col favorire gli stessi interessi criminali che dovrebbe sanzionare, colpendo invece chi dal basso denuncia e prova a praticare un’altra strada per la riqualificazione dal basso del territorio. E potremmo continuare a lungo, come non abbiamo mai mancato di fare nelle decine di iniziative di denuncia, di sensibilizzazione e di lotta che assieme ad altri abbiamo promosso e costruito in questi anni.

Il Primo maggio, con la riapertura simbolica dello spazio avvenuta da parte di un intero corteo, abbiamo lanciato un appello affinchè i sigilli non condannassero quello spazio, che è una risorsa per tutto il quartiere, all’abbandono e al degrado da cui l’avevamo tirato fuori, chiamando in causa l’amministrazione comunale, e la stessa magistratura (che ad oggi ancora non ha rimosso la custodia giudiziaria del sequestro alla Bagnoli Futura Spa), le quali sono però rimaste sorde. Oggi succede ciò che avevamo ravvisato.

 

Sabato 28 giugno ci preparavamo a costruire un’iniziativa pubblica assieme al Comitato Una Spiaggia per Tutti e ai movimenti che si battono per la spiaggia pubblica. L’ultima di quattro iniziative dedicate al diritto al mare e alle spiagge di Napoli.

Su via Coroglio, transitando come al solito e gettando un’occhiata all’interno della struttura di Bancarotta, ci sembra di notare qualcosa che non quadra: il cancello sembra essere socchiuso.

Murale realizzato per l'iniziativa di Una spiaggia per tutti di fronte a Bancarotta

Murale realizzato per l’iniziativa di Una spiaggia per tutti di fronte a Bancarotta

Durante la realizzazione di un murale in via Coroglio transitavamo vicino Bancarotta, e siamo dunque andati a vedere da vicino cos’era successo: il cancello principale mancava del catenaccio e mostrava evidenti segni di forzatura, lo spesso vetro antiproiettile della parte inferiore sinistra della porta d’ingresso era ridotto in frantumi e la restante parte destra delle vetrate riportava la scritta “Morte”, dipinta dall’interno perché fosse leggibile all’esterno. Tutt’intorno tracce di vernice e segni di vandalizzazione. Non siamo riusciti a vedere cos’era successo all’interno ma possiamo immaginare benissimo il peggio. Abbiamo segnalato questo fatto agli agenti di polizia facendogli notare che invece di marcare a uomo un’iniziativa pubblica, come si trattasse di un coacervo di criminali, avrebbero fatto meglio il loro dovere andando ad accertare quest’infamia. Ovviamente le solite risposte: “faremo rapporto..” “provvederemo per quel che ci compete”.

Segni dei danneggiamenti visibili a malapena dall'esterno

Segni dei danneggiamenti visibili a malapena dall’esterno

Alcune attiviste del Comitato si sono recate dunque al commissariato per fare una segnalazione ufficiale, preoccupate dalla probabile inadempienza della segnalazione fatta sul posto, e soprattutto per cautela di fronte a quelle che sembrano delle vere e proprie minacce e intimidazioni, pur sapendo che nessuno si sente tutelato dalle forze dell’ordine a Bagnoli, che fanno comunella coi poteri forti e trattano come criminali chiunque chieda giustizia.

La verità è che questa infamia dell’atto vandalico ci ha lasciati arrabbiati e preoccupati. In merito alle scritte “morte” non è chiaro se si tratti di un atto minatorio o meno e in merito non siamo in grado di pronunciarci, non avendo elementi a sufficienza per individuare una presunta responsabilità.

Lampante, invece, è la negligenza e il pressapochismo assoluti con cui le autorità competenti hanno affrontato una situazione che a Bagnoli va avanti da oltre un anno: da quel famoso 11 aprile 2013, data in cui il collettivo di Bancarotta scelse di lasciare lo stabile prendendo atto delle disposizioni prese dalla Magistratura che sequestrò l’intera area ex Italsider in virtù delle indagini per truffa allo Stato e disastro ambientale sugli ex dirigenti della Bagnolifutura: l’unica realtà, lo ribadiamo, ad aver risentito di tali misure sembra esser stata la nostra. Gli altri (Bagnoli Futura Spa, gestori balneari, Città della Scienza, circolo Ilva) nonostante le circostanze (indagini, sequestri, abusi e controversie) hanno continuato a fare i loro comodi.

Quindi quali ulteriori effetti ha ottenuto il sequestro? uno spazio pubblico, che abbiamo liberato e curato personalmente per oltre dieci mesi perché fosse nuovamente utile e accessibile alla cittadinanza tutta, è ritornato all’incuria e al degrado a cui era stato sottratto. Nessun tipo di vigilanza è stata assicurata a un bene comune nonostante fosse e sia ancora sotto sequestro, per di più in maniera del tutto incongrua rispetto alle altre attività nelle vicinanze, ugualmente sequestrate ma comunque mai effettivamente interrottesi.

Del custode giudiziario, che dopo lo scioglimento della Bagnoli futura risulta un’entità puramente nominale, neanche l’ombra: pare così che una risorsa collettiva come quella che Bancarotta è stata debba vedersi condannata a essere oggetto di sciacallaggio e di vandalizzazione da parte di chiunque voglia.

 

A tutti – cittadini, attivisti, movimenti di Bagnoli, dell’area flegrea e di Napoli e non; istituzioni – amministrazione comunale, magistratura, forze dell’ordine; e a tutti coloro che hanno a cuore questa terra ci sentiamo perciò di dire alcune cose semplici.

Ci sentiamo di dire che attualmente su quello spazio non c’è alcuna custodia, né giudiziaria né di altro tipo, al di fuori dell’attenzione che una comunità di cittadini e di attivisti continua ad avere per la struttura.

Che le istituzioni – magistratura, forze dell’ordine, amministrazione comunale e bagnoli futura – si stanno assumendo la responsabilità di condannare al vandalismo e al degrado una struttura che era stata riqualificata e rifunzionalizzata con il lavoro autorganizzato di una comunità.

Che Bagnoli di fronte a tutto questo non può rimanere a guardare.

Liberiamo Bancarotta dalla (in)custodia giudiziaria!

 

Bancarotta 2.0 – Lido Pola liberato

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Il Lido Pola presenta le attività dello spazio!

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Sono passati 8 mesi ormai dalla liberazione dell’ex Lido Pola a Coroglio, uno spazio quello di via Nisida 24 lasciato al degrado e all’abbandono per vent’anni, pieno dei fasti del passato ancora vivi nelle mura, nei ricordi e nelle testimonianze rinvenute.
Il collettivo Bancarotta, nato dall’esperienza di occupazione e liberazione della Banca Intesa dell’ex Area Italsider, ha scelto di sottrarre alla dismissione e alla speculazione questo bene statale, in svendita per poco più di 800.000€, per farne uno spazio sociale, che riesce anche a dare risposte dal basso alla crisi, in alternativa all’austerità.

E’ proprio su questa scia che nascono i nostri laboratori e le nostre attività!

In questo modo proviamo a sperimentare, condividere saperi e competenze, a far in modo che il Lido Pola venga attraversato dalla cittadinanza tutta e che sia l’inizio del risarcimento per i cittadini di Bagnoli e di tutta la città che per decenni hanno dovuto subire la desertificazione sociale, la devastazione ambientale, l’immobilismo istituzionale, se non a favore delle solite e dei soliti noti.

Queste le attività che verranno presentate:

– Laboratorio di Teatro “Espressione Corporea ed emozionale” a cura della Dott.ssa Ester Vacca e Francesca Esposito 
– Laboratorio di Percussioni e Batteria a cura dei maestri Angelo Calabrese e Gianluca Salerno in arte “Xangò” 
– Laboratorio di Chitarra per adulti a cura del maestro Pierpaolo Iermano 
– Corso di Danze Balcaniche a cura di Teresa Paldolfi

A seguire ci sarà la possibilità di cenare a prezzi popolari, dando un primo contributo anche al progetto “Taverna Sociale Lido Pola”.

Live Percussion dei maestri
Rosario Iermano, o’ Xangò, Angelo Calabrese

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Nuove minacce, niente dialogo: ancora intimidazioni presso l’ex Lido Pola, avallate dal disinteresse delle istituzioni!

Stamattina il galoppino degli ex concessionari del Lido Pola, che dal primo giorno infastidisce il nostro lavoro di riqualificazione sociale con minacce, visite indesiderate e – non ultime – le soffiate alle autorità, si è presentato nuovamente con le forze dell’ordine e dei tecnici per fare dei rilievi alla struttura da consegnare all’ufficio del Demanio.

Avevamo già chiesto di posticipare qualsiasi intervento sulla struttura del Lido Pola alla risoluzione di un tavolo con le parti interessate (Demanio e Comune di Napoli) per salvaguardare una destinazione d’uso pubblica libera da mire speculative che in vent’anni avevano già ridotto una struttura pubblica, e quindi un bene della collettività, a un rudere, una discarica a cielo aperto e un luogo d’abusi d’ogni genere.

Non capiamo con quale logica e legittimità il Demanio possa autorizzare abusi di questo tipo da parte degli ex concessionari, corresponsabili dell’abbandono della struttura e al tempo stesso criminalizzare, attraverso le denunce, la nostra iniziativa di riqualificazione e bonifica sociale.

L’occupazione del Lido Pola rappresenta infatti un presidio di democrazia e un esempio di uso civico degli spazi su un litorale già vittima del saccheggio dei privati e della devastazione della mancata bonifica come testimoniano i sequestri, le indagini, ma soprattutto le condizioni di invivibilità che la gente di Bagnoli e di Coroglio conoscono bene, subendone da fin troppo tempo le conseguenze.

Chiamiamo in causa l’amministrazione comunale, il Sindaco, l’Assessore al Patrimonio e l’Assessore ai Beni Comuni, la cui disponibilità finora non si è mai tradotta in concretezza. Non è più possibile ignorare le esigenze e le problematiche di una realtà come la nostra, che subisce costantemente intimidazioni e provocazioni nonostante l’impegno e il lavoro profusi in una direzione e per una causa più che rispettabili: a queste puntuali minacce va necessariamente posta fine mediante un superamento politico che si realizzi a partire dal riconoscimento della legittimità della nostra azione e della nostra lotta, votate totalmente alla tutela e alla valorizzazione di un bene collettivo finalmente rifunzionalizzato e restituito a chi originariamente doveva fruirne, ai cittadini di Bagnoli e Coroglio, come di Napoli tutta.

Contro abbandono e speculazioni, Lido Pola resiste

Contro abbandono e speculazioni, Lido Pola resiste

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BonifichiAmo Bagnoli: di nuovo in piazza i comitati! | Striscione contro il Ministro Lorenzin e mascherine contro l’inquinamento

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Chi ha inquinato deve pagare

COMUNICATO STAMPA

BonifichiAmo Bagnoli: di nuovo in piazza i comitati!
Striscione contro il Ministro Lorenzin e mascherine contro l’inquinamento

Oggi pomeriggio i movimenti di lotta bagnolesi e gli attivisti del comitato BonifichiAmo Bagnoli sono scesi di nuovo in piazza per denunciare il disastro ambientale di Bagnoli, appurato solo recentemente dalle inchieste della magistratura.

Distribuiti volantini sul disastro ambientale di Bagnoli e mascherine per proteggersi dall’inquinamento. Dopo un corteo spontaneo, uno striscione viene esposto all’ingresso del Pontile Nord, chiuso da giorni per una protesta dei lavoratori della BagnoliFutura contro l’incertezza del loro futuro lavorativo: “IL DISASTRO AMBIENTALE NON FA PARTE DEL NOSTRO STILE DI VITA – CHI HA INQUINATO DEVE PAGARE”. Così recita lo striscione in riferimento alle vergognose dichiarazioni del ministro Lorenzin.

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Le dichiarazioni del sindaco De Magistris sullo sblocco di fondi per la bonifica da parte del governo non convincono i comitati che denunciano il disastro ambientale di Bagnoli: i tempi della magistratura e l’attuale establishment politico-economico che gestisce la riqualificazione dell’area e che passa dai CDA di BagnoliFutura, di Città della Scienza, dalle attività commerciali che insistono sul litorale e dalle istituzioni, non costituiscono alcuna garanzia essendo tutti coinvolti, a vario titolo e talvolta avvantaggiandosene, nelle responsabilità o nei silenzi e assenzi che hanno accompagnato la truffa e il disastro ambientale della mancata bonifica di Bagnoli.

Le parole vergognose del ministro della salute del governo Letta, Beatrice Lorenzin – che qualche giorno fa aveva goffamente sminuito il peso dell’inquinamento causato da discariche, inceneritori, insediamenti industriali, abusivismo, e sversamenti tossici sul tasso di incidenza tumorale della nostra regione, attribuendone la causa allo “stile di vita” dei cittadini campani – hanno infatti suscitato l’indignazione e la rabbia dei cittadini di tutta la Campania.

In particolare le comunità che subiscono in modo più pesante l’impatto delle mancate bonifiche e degli abusi scellerati dell’economia legale ed extralegale sull’ambiente del territorio campano, si trovano a subire, oltre al danno di vedersi negato il diritto alla salute e un futuro dignitoso, la beffa di vedere coperti i responsabili e negata la possibilità di chiedere giustizia! Così mentre le politiche del governo proseguono la distruzione della sanità e del welfare pubblico, attaccando il diritto alla salute, si cerca di cancellare anche le responsabilità storiche che hanno fatto della Campania e di altre zone del meridione e del paese terreno di sperimentazione degli più scellerati abusi nel nome dell’interesse economico, ponendo le basi per un vero e proprio biocidio che grava, oltre che sulla salute e sull’ambiente, sull’intera economia dei territori colpiti.

Prosegue dunque la lotta per la creazione di un osservatorio sulla bonifica, uno strumento di vigilanza dal basso verso l’utilizzo dei fondi e le procedure che dovrebbero interessare la bonifica dell’area, per la chiusura di Bagnoli Futura, e per l’applicazione sostanziale del principio giuridico che prevede che “chi ha inquinato deve pagare”, intervenendo direttamente sui beni mobili e immobili dei responsabili del disastro-Bagnoli.

Inoltre le realtà protagoniste del Comitato BonifichiAmo Bagnoli chiedono l’apertura di un tavolo permanente su casa, lavoro, servizi e spazi sociali, che riconosca preventivamente la legittimità e la virtuosità di esperienze di autogestione (come quelle di Villa Medusa e dell’ex Lido Pola – Bancarotta 2.0) come effettivi percorsi di “bonifica sociale” del territorio.

Il Comitato Bonifichiamo Bagnoli si riunirà prossimamente in plenaria mercoledì 17 luglio per decidere come continuare la mobilitazione.

Napoli, 5 luglio 2012
Comitato cittadino di lotta “BonifichiAmo Bagnoli”

Per riferimenti contatta gli infopoint:
Laboratorio Politico Iskra – ogni Lunedi ore 17:00 – via Enea 19/a, Bagnoli
Lido Pola Occupato – Bancarotta
Villa Medusa Occupata
Casa del Popolo Fuorigrotta

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ONE YEAR IN BABYLON | UN ANNO DI BANCAROTTA !!!

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Il 2 Giugno 2012 nasce il collettivo “Bancarotta” con la liberazione e la restituzione di uno spazio lasciato al degrado all’interno dell’ex-area Italsider a Bagnoli, l’ex Banco di Napoli che riforniva gli stipendi a tutti gli operai.

Quello spazio è stato il nostro megafono per denunciare l’immobilismo, le bonifiche mancate, l’assenza di spazi sociali e per rivendicare spiaggia pubblica, sviluppo sostenibile, partecipazione, autorecupero e cooperazione dal basso, portando avanti corsi, laboratori, mercati, concerti, spettacoli, mostre e tanto altro ancora!

L’11 Aprile con l’intervento della magistratura e il maxi-sequestro per disastro ambientale a seguito della mancata bonifica dell’ex-Area Italsider a Bancarotta sono stati posti i sigilli.

Da lì siamo usciti a testa alta in quanto eravamo lì proprio a denunciare la grande truffa di cui i cittadini di Bagnoli, Cavalleggeri, Coroglio in particolare e quelli di tutta la città sono stati vittime, fondando insieme ad altri cittadini e realtà il comitato BonifichiAmo Bagnoli.

NON CI SIAMO FERMATI!

Abbiamo liberato il 17 Maggio un altro spazio, a Coroglio, l’ex Lido Pola, presidio per la Spiaggia Pubblica e nuovo altoparlante per dar voce alle nostre rivendicazioni, e nuovo spazio sociale restituito ai cittadini e sottratto all’abbandono.

Lunedì festeggeremo 1 anno dalla nascita del nostro collettivo, e vogliamo invitare tutti quelli che hanno sostenuto il nostro percorso , per continuare a sostenerci e condividere questo momento di felicità insieme!

ONE YEAR IN BABYLON | UN ANNO DI BANCAROTTA !!!

Evento Fb: https://www.facebook.com/events/561519483900662/?ref=3

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LIBERATO L’EX LIDO POLA A COROGLIO: NO ALLA DISMISSIONE DEL PATRIMONIO! SÌ AGLI SPAZI SOCIALI!

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943734_10151884238334186_1812596348_nSe il Governo, a tutti i suoi livelli, procede alla dismissione del patrimonio pubblico, da privatizzare per fare cassa, la risposta che vogliamo dare attraverso le azioni di riappropriazione dal basso è che questa città non è in vendita. Gli spazi comuni non si cedono a privati né si possono lasciare alla gestione fallimentare e privatistica del pubblico: riprendiamoceli!
Nell’elenco dell’Agenzia del Demanio, fra i 12.000 beni immobili italiani in vendita (per un valore di circa 42 miliardi), quelli in Campania risultano essere 1.063, di cui oltre la metà si trova nella provincia di Napoli, tra case, interi rioni, linee ferroviarie, cabine elettriche, chiese, scuole, ruderi, arenili, ristoranti; l’ex Lido Pola a Coroglio, nello specifico, è spezzettato in tre lotti, in svendita per poco più di 830.000 euro: un altro boccone offerto a speculatori e palazzinari sul litorale di Bagnoli! La struttura, dall’illustre passato, ha chiuso i battenti negli anni ’80 e da allora versa in uno stato di abbandono e di degrado, una discarica a cielo aperto che lascia campo libero all’abusivismo.

Anche la giunta De Magistris, per coprire il dissesto finanziario del Comune di Napoli, ha abbracciato la linea della dismissione, puntando alla vendita degli immobili che “producono passività” per “fare cassa”. In contrasto con il processo di dismissione si sono moltiplicate negli ultimi anni le esperienze di occupazione, autogestione, recupero sociale di spazi pubblici, dimostrando che non solo è possibile e necessario bloccarne la gestione privatistica, ma che esistono modelli di gestione alternativi, possibili e sostenibili, capaci di rispondere ai bisogni sociali che emergono nella crisi: dall’abitare, al welfare, ai servizi, alla cultura, al reddito.

310084_10151884238479186_1242611484_nCon l’occupazione rivendichiamo adesso il nostro diritto a restituire piena attività all’ex Lido Pola, la stessa attività che – dal giorno dell’applicazione dei sigilli della Magistratura – ci è stato impedito di continuare all’interno degli spazi di BANCAROTTA, l’ex Banca Intesa a via Coroglio 49 che dal 2 giugno 2012 era stata rifunzionalizzata e restituita alla città. L’unico spazio – a dispetto del vero oggetto dell’inchiesta, le attività di Bagnoli-Futura, il disastro ambientale e la truffa della bonifica mai compiuta –  realmente penalizzato dal sequestro “dinamico”, secondo una logica tutt’altro che chiara, e su cui ancora cerchiamo verità e giustizia. Le attività di Bancarotta sono proseguite temporaneamente nelle strade e nelle piazze del quartiere. Nell’attesa degli sviluppi della maxi-inchiesta della Magistratura, l’amministrazione comunale non si è preoccupata né di riconoscere la legittimità della comunità di Bancarotta, né di trovare congiuntamente soluzioni alternative concrete, nonostante gli impegni presi di fronte all’evidenza della situazione. Come di consueto la soluzione l’abbiamo trovata da soli, individuando un luogo a noi vicino non soltanto al livello territoriale, ma anche e soprattutto sul piano delle istanze: nessun posto poteva rappresentare osservatorio migliore sulla realizzazione della spiaggia pubblica, su cui si muove già da tempo la campagna “Una spiaggia per tutti”, e sulla definitiva bonifica del mare e dei terreni, per la quale si è da poco costituito il neo-comitato “BonifichiAmo Bagnoli”. Ecco perché abbiamo scelto l’ex Lido Pola: per farne oggetto di bonifica sociale, continuando a ribadire l’indispensabile partecipazione dei cittadini nei processi decisionali che riguardano l’area occidentale di Napoli249194_10151884238469186_1364326031_n

Vogliamo avviare da subito un’esperienza di autorecupero dell’ex Lido Pola per sottrarlo al degrado e all’incuria, aprendo una discussione con più soggetti sociali per una riprogettazione partecipata delle funzionalità di questo spazio.

Contro la dismissione, la precarietà e l’assenza di diritti perpetrate dagli artefici della crisi ai danni di nuove e vecchie generazioni di quest’Europa manovrata da banchieri, costruiamo dal basso un modello di sviluppo nuovo, agli antipodi di quelli fallimentari di BagnoliFutura e delle amministrazioni di centrodestra e centrosinistra, che promuova una diversa distribuzione di reddito e ricchezza sociale.

Alla lotta per una riqualificazione ambientale che sottragga il territorio alle logiche clientelari e predatorie che ne hanno fatto scempio negli ultimi decenni, vogliamo unire un progetto di socialità alternativo, fondato sulla solidarietà, sulla cooperazione, sulla libera condivisione e sulla partecipazione. Per continuare a costruire dal basso la nostra idea di bene comune: un laboratorio di arte, musica, eventi culturali, saperi e pratiche comuni! Per trasformare il nostro presente e riprenderci il futuro: spazi, reddito, diritti, dignità, felicità, indipendenza!

BANCAROTTA 2.0
Email: bancarotta.bagnoli@gmail.com
FB: facebook.com/BancarottaBancarotta Bagnoli
Manifesto: bancarotta.eu

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Siamo ancora in Bancarotta

SIAMO ANCORA IN BANCAROTTA

Dopo il sequestro disposto dalla magistratura sulle aree Ex Italsider, Eternit e sulla colmata a mare di via Coroglio, la comunità di Bancarotta è entrata in mobilitazione permanente, nonostante l’impedimento dei sigilli a proseguire le attività all’interno del nostro spazio sociale occupato e liberato dal 2 giugno 2012 in via Coroglio.

539746_248775131929507_908180927_nDopo aver fatto incessantemente assemblee, presidi, incontri con i cittadini del quartiere e con i lavoratori, dopo l’occupazione della X municipalità, il colloquio con il sindaco De Magistris, dopo aver lanciato la settimana della rabbia di Bagnoli, con il sequestro popolare di Bagnoli Futura, il corteo e l’assedio alla Porta del Parco, dopo il presidio al Consiglio Comunale speciale su Bagnoli, e l’assemblea popolare di sabato 21 aprile, conclusa con la costituzione di un comitato cittadino di lotta per la bonifica, possiamo dire che siamo riusciti nel nostro obbiettivo: rimettere in moto un percorso di partecipazione e di lotta sul quartiere, troppo spesso delegato alle esperienze autorganizzate dei tanti collettivi e associazioni che da anni fioriscono su questo territorio, nel tentativo di costruire un fronte di lotta, guardando a cosa è avvenuto all’Ilva di Taranto o in Val di Susa con il movimento No Tav, sulla base di un principio semplice e forte: chi ha inquinato deve pagare!

Nel frattempo abbiamo continuato a portare avanti le nostre attività come sappiamo fare, per strada, tra la gente, organizzando i laboratori, i corsi, le esibizioni, le serate musicali nei tanti luoghi pubblici, spesso inutilizzati (o utilizzati male), del nostro quartiere, dalla municipalità stessa alla zona pedonale, dalla Piazza a Mare, ai marciapiedi e ai muri. Abbiamo chiesto da subito all’amministrazione comunale di riconoscere la legittimità e il valore del nostro percorso sociale e culturale, e dunque di trovare assieme a noi soluzioni alternative per garantirne lo svolgimento in altri spazi adeguati; fin’ora ottenendo solo disponibilità, ma non risposte concrete.

Il sequestro della magistratura, per quanto con anni di ritardo e fotografando parzialmente una situazione già nota e attestata dall’esperienza rispetto alla devastazione ambientale, alle truffe e alla mancata bonifica, dà ragione e forza a chi da anni denunciava tutto questo, anche se paradossalmente, nel caso di Bancarotta, ricade pesantemente proprio sulla sostenibilità stessa di quella comunità organizzata attorno al suo spazio sociale.

Nel frattempo però continuano a non esserci chiare molte cose:

  • Quali suoli sono stati posti sotto sequestro e quali non? E con quali criteri? Perchè le attività che insistono a pochi metri dai terreni inquinati (come i vari arenili sul litorale di Coroglio o gli stessi uffici della Bagnoli Futura e la Porta del Parco) continuano a funzionare?

  • Come mai, accanto alle responsabilità penali, non vengono indicate le responsabilità politiche del disastro di Bagnoli?

  • Qual è il senso di quanto disposto dalla magistratura in merito alla bonifica di fronte alla situazione finanziaria (disastrosa) di Bagnoli Futura e dell’assenza di un progetto chiaro su Bagnoli da parte dell’amministrazione comunale?

  • La magistratura intende tenere conto degli interessi speculativi che ancora si muovono sulla riqualificazione dell’area ovest di Napoli dentro e oltre l’area Ex Italsider e il ruolo che essi svolgono in merito alle vicende dell’inchiesta, ma anche della battaglia per la spiaggia pubblica, della vicenda dell’incendio di Città della Scienza, della crisi del complesso Zoo/Edenlandia, della Mostra d’Oltremare, e della dismissione della base Nato?

Questi ed altri interrogativi ci accompagnano, coscienti di poter trovare le risposte e fare chiarezza e giustizia solo attraverso la mobilitazione popolare e la partecipazione. Per fare questo chiediamo il sostegno e la vicinanza dei tanti che ci hanno attraversato e conosciuto. Pronti a riprenderci il nostro spazio vitale, determinati a prenderci tutto!

Bancarotta Bagnoli

FB Bancarotta

BLOG https://bancarottabagnoli.wordpress.com/

E-MAIL bancarotta.bagnoli@gmail.com

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Lettera al Sindaco di Napoli Luigi De Magistris

Al Sindaco di Napoli,

Luigi de Magistris

A seguito delle pressioni fattegli, il Presidente della X Municipalità , Giorgio De Francesco, si è infine espresso con un comunicato stampa e con la richiesta di un consiglio straordinario che abbia all’ordine del giorno le questioni della bonifica, della spiaggia pubblica e del parco verde, consiglio di cui noi esigiamo una calendarizzazione quanto più immediata da parte del Sindaco.

L’inchiesta della Magistratura non ha portato a galla niente di nuovo, non ha fatto altro che attestare ulteriormente l’inadempienza alle richieste per le quali sul territorio si preme ormai da decenni: del resto, il disastro ambientale e le speculazioni che hanno violentato quest’area sono proprio le istanze che hanno fatto sorgere realtà autogestite (come, nello specifico, quella di Bancarotta), alle cui attività va assolutamente garantita prosecuzione.

Pertanto, è nostra intenzione indire un’assemblea popolare sabato pomeriggio, in cui tutti i cittadini possano esprimersi in merito alla mancata bonifica, alla sparizione di centinaia di milioni che in essa erano stati investiti, alla presenza di sostanze tossiche nell’area di Bagnoli e allo sviluppo dell’area occidentale in generale.

Infine, ci pare opportuno chiedere l’istituzione di un presidio medico al San Paolo per verificare l’incidenza tumorale sul quartiere.

Per quanto riguarda il caso particolare e surreale che investe al momento la realtà di Bancarotta, abbiamo da avanzare altre richieste:

  • per avere una prospettiva chiara sull’iter storico dell’area di Bancarotta e delle zone limitrofe, occorre una documentazione che renda conto di tutte le attività industriali e non, i carotaggi, le bonifiche, che nel corso degli anni vi si sono susseguite;

  • riteniamo sia compito del Comune di Napoli verificare se ci siano le condizioni atte alla richiesta di un dissequestro e, qualora vi fossero, riteniamo debba essere il Comune stesso a richiederlo alla Procura della Repubblica;

  • qualora non sussistessero tali condizioni, è sempre a carico del Comune l’onere di trovare una soluzione alternativa a che le attività di Bancarotta possano proseguire in futuro;

  • chiarezza sulla questione repressione, che da un anno a questa parte si è abbattuta su militanti di varie organizzazioni insieme ad un operazione trasparenza sul commissariato della P.S. di Bagnoli;

  • in ultima istanza, ma non per importanza, pretendiamo chiarezza sui criteri in base ai quali la magistratura ha operato, non coinvolgendo nel sequestro alcuni territori che, per tasso d’inquinamento, dovrebbero essere sottoposti a sequestro (si vedano la porta del Parco e gli uffici di BagnoliFutura), ma di fatto non lo sono, e non includendo nelle indagini gli attuali dirigenti di BagnoliFutura.

Vorremmo, inoltre, ribadire che è ormai impensabile che la società di BagnoliFutura, società di cui il Comune detiene la quota parte maggioritaria, abbia la benché minima credibilità per la cittadinanza. Qualsiasi intervento, provvedimento, proprietà è e sarà ritenuto privo di qualsiasi legittimità. BagnoliFutura non può avere più alcun ruolo nella riqualificazione di un territorio di cui ha fatto carne da macello: che si dimettano e vadano a casa tutti quelli che continuano a permetterne lo scempio.

Alleghiamo inoltre un documento comprendente di tutti gli interventi ed i costi sostenuti per la messa in sicurezza della struttura; per sottolineare sempre più che comunità autogestite come la nostra siano in grado di far sopravvivere strutture che ai soggetti proprietari possano creare instabilità economica.

La comunità di Bancarotta

P. S.
Le indagini della Magistratura ed il sequestro dell’area ex-Italsider ed ex-Eternit confermano quello che diciamo e denunciamo da anni insieme ad altre realtà di lotta: per decenni un territorio saccheggiato, devastato, distrutto, fiumi di denaro pubblico e promesse durante tutte le campagne elettorali. Crediamo sia necessario coordinare le forze sane presenti sul territorio, dalle associazioni, ai movimenti di lotta ai comitati, singoli abitanti del territorio per la costituzione di un comitato popolare che inizi una campagna di mobilitazione e lotta con al centro alcuni punti fondamentali:

– OSSERVATORIO SULLA BONIFICA

– COSTITUZIONE IN PARTE CIVILE NEL PROCESSO IN CORSO

– CHI HA INQUINATO DEVE PAGARE: REQUISIZIONE DI TUTTI I BENI MOBILI E IMMOBILI E DEI CAPITALI CHE FANNO CAPO A TUTTI COLORO CHE PER 20 ANNI HANNO GESTITO BAGNOLI FUTURA E I LAVORI DELLA FANTOMATICA BONIFICA.

– IMMEDIATA CHIUSURA DI BAGNOLI FUTURA PER L’ISTITUZIONE DI UN TAVOLO PERMANENTE SULLE TEMATICHE DEL LAVORO, CASA, AMBIENTE , SERVIZI, BENI E SPAZI SOCIALI

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Sì #bonifica ..ma il sigillo no! | FotoGallery delle mobilitazioni

Dalle prime notizie comparse sui giornali di stamattina sull’inchiesta che ha portato al sequestro dei terreni di competenza della BagnoliFutura Spa emergono DATI AGGHIACCIANTI: rifiuti sotterrati e mescolati alla terra, centinaia di milioni di euro spariti, dati falsi sulle operazioni di bonifica e collusioni tra la società, le istituzioni, il ministero dell’ambiente e le ditte.
LA SCOPERTA DELL’ACQUA CALDA, un’acqua tuttavia che non smette di scottare sulla pelle dei bagnolesi e dei napoletani, costretti a subire, oltre alla TRUFFA di milioni di euro rubati, il colpo ben più grave del DISASTRO AMBIENTALE, con un sensibile aumento dell’INQUINAMENTO di terreni, falde acquifere, dell’aria, e del mare, di cui oggi è praticamente impossibile stimare i danni per l’AMBIENTE e per la SALUTE degli abitanti.
Bagnoli rimane uno dei quartieri di Napoli con la più alta incidenza tumorale, eppure ancora non esistono provvedimenti seri di monitoraggio dell’incidenza tumorale prodotta dall’inquinamento: LA GENTE QUI, A UN SECOLO DALL’INSEDIAMENTO DEL COMPLESSO INDUSTRIALE, E A DUE DECENNI DALLA SUA DISMISSIONE, CONTINUA A MORIRE!!

C’è bisogno di costruire una grande MOBILITAZIONE POPOLARE in tutta la città di NAPOLI, per chiedere conto alla Bagnoli Futura e a tutti i responsabili politici di questo massacro sociale e ambientale, di centro-destra e centro-sinistra, che vanno ben oltre i capri espiatori emersi dall’inchiesta della magistratura, e per mettere definitivamente nelle mani dei cittadini, delle realtà autorganizzate, della partecipazione sociale la decisione, il controllo e la realizzazione di un futuro diverso per Bagnoli e per Napoli che punti a trasformare l’intera area in un luogo sano, dignitoso, vivibile, ricco, e che punti a cacciare via tutti quelli che in questi anni lo hanno impedito per salvaguardare i propri interessi!

C’è bisogno di un risarcimento sociale, economico e ambientale, e che a pagare siano i responsabili: chi per anni si è arricchito sull’insediamento industriale prima, e sulla finta riqualificazione poi!!

Ma soprattutto c’è bisogno di un risarcimento di dignità e di riscatto delle comunità e dei soggetti reali del territorio, senza più fiducia nelle promesse e nelle chimere della politica e delle istituzioni, ma con la consapevolezza e la forza di riprendere in mano il governo delle nostre vite e dei nostri territori, attraverso le esperienze di lotta, di autogestione e di partecipazione attiva.

#Bonifica #Spiaggia Pubblica #Parco verde #Spazi sociali #Cultura #Aggregazione #Servizi #Partecipazione #Democrazia reale #Que se vayan todos

RIPRENDIAMOCI CIò CHE CI è STATO TOLTO !!
ESAUTORIAMO BAGNOLI FUTURA E TUTTI I POLITICI CHE HANNO DIMOSTRATO IN QUESTI ANNI LA LORO INCAPACITà E IL LORO FALLIMENTO !!
RIPRENDIAMOCI BAGNOLI E LE NOSTRE VITE !!

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NO ALLO SGOMBERO, SÌ ALLA DIFESA DEL TERRITORIO!!!

E’ un inaccettabile paradosso quello che viviamo in queste ore! Stanno cercando di sgomberare il laboratorio Bancarotta in via Coroglio, nell’ambito del maxi-sequestro delle aree in gestione a BagnoliFutura. Come spesso è accaduto nei casi di disastro ambientale in Campania, la magistratura si muove solo dopo decenni, come una sorta di curatore fallimentare di poteri politici ormai destabilizzati (peraltro, perché si indagano solo i vertici passati di BagnoliFutura?).

Così accade anche a Bagnoli, dove insieme a comitati civici e movimenti sociali, denunciamo da sempre l’inesistenza delle operazioni di bonifica e la frode realizzata, con oltre 100 milioni spariti nel nulla, senza tutelare la salute dei cittadini.
E’, però, come dicevamo, un inaccettabile paradosso che nell’ambito del sequestro dell’area Italsider, rischi di essere sgomberata anche la comunità che si è compattata intorno all’esperienza autogestita del laboratorio Bancarotta, unico punto di aggregazione territoriale a Coroglio, nato proprio per denunciare e combattere la distruzione della nostra terra!!!

Una devastazione ambientale che non riguarda solo le aree di BagnoliFutura, ma anche tante altre, come la linea di costa, le spiagge e i lidi, i fondali, la Cementir di Caltagirone, con interessi che per ora non si vogliono toccare. Nella stessa area di Città della Scienza, la bonifica (nonostante “sia stata fatta”) è antecedente alla legge 471/99, su cui oggi si parametra giustamente l’inadeguatezza della tutela ambientale dei terreni ex-Italsider. Insomma, sul piano ambientale la questione è molto più ampia di quella che oggi viene (tardivamente) sanzionata.
E anche per questo, noi rivendichiamo che l’intervento di oggi non può non tutelare l’unico spazio di aggregazione per la difesa ambientale del territorio, tanto più che Bancarotta – come spiega il nome – nasce sì nell’area ex-Italsider, ma dove prima si trovava una banca e non le lavorazioni produttive propriamente inquinanti.

Anche in queste settimane successive all’incendio di Città della Scienza, Bancarotta è stato un polo di partecipazione, di informazione e di protagonismo sociale in merito all’attentato e a quel che stava avvenendo.

Quindi, chiediamo che lo sgombero non avvenga, che questa parte dell’area sia dissequestrata e anche che l’amministrazione comunale, che aveva espresso disponibilità al dialogo per il lavoro territoriale della struttura autogestita, prenda una posizione chiara.

In questo momento è in corso un’assemblea contro lo sgombero e altri cittadini stanno arrivando.
La Conferenza stampa è prevista alle 15.30.

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GIU’ LE MANI DAGLI SPAZI SOCIALI, GIU’ LE MANI DA BANCAROTTA!!! 

 

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Bancarotta è…

In Via Coroglio, vicino all’ingresso dell’ex fabbrica Italsider, c’era una banca.
Adesso c’è Bancarotta.
Possiamo dire c’è perchè ormai è una realtà del nostro territorio, di tutta la città.
Dal 2 Giugno ancora una volta e sempre di più ribadiamo il concetto che è alla base del nostro pensiero:
Costruire dal basso la nostra idea concreta di bene comune: un laboratorio di arte, musica, culture, saperi e pratiche comuni, per trasformare il nostro presente e riprenderci il futuro.
Un luogo in cui portare in modo stabile quello che tra tante difficoltà abbiamo provato a fare in questi anni: attività sportive, eventi culturali, spazi di informazione e autoformazione, qualità della vita, ciclofficina popolare, luogo di incontro e di partecipazione attiva. Uno spazio aperto, attraversabile, laboratorio di un diverso e più completo modo di stare insieme, rivolto a chi immagina per Bagnoli non muri e recinzioni, ma rapporti umani e socialità fondati sulla solidarietà e la cooperazione.

Le attività che stiamo presentando per il territorio sono solo la prima delle tante risposte concrete che abbiamo intenzione di dare ai cittadini di una città che mai come in questo momento storico sente la necessità di avere.
Un impegno che viene dal basso, dalla forza di tutti quegli studenti, lavoratori, precari, giovani e meno giovani che in questi primi quattro mesi e poco più hanno partecipato alla rifunzionalizzazione di questi spazi.
Un non-luogo rivisto e donato a nuova vita. Un progetto vero di riqualificazione di una fetta di territorio molto piccola rispetto a tutto ciò che ci circonda e che per anni è stato palcoscenico di promesse di bonifiche mai partite e di progetti mai realizzati.
Noi quest’oggi vogliamo rendere protagonisti voi di un nostro progetto che solo con la forza e il sostegno di tutti può continuare ad esistere.
Siamo una fucina di esperienze, l’esempio vivente che un modo nuovo di fare socialità è possibile, una vera risposta alla crisi che anziché cessare sembra quasi non darci scampo.
Vogliamo essere partecipi del nostro presente e artefici del nostro futuro…


video tratto da napoliurbanblog.it

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