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II Assemblea Popolare – sblocchiamo NOI Bagnoli – X Municipalità

Dopo la grandissima partecipazione alla prima assemblea popolare e ai tavoli di lavoro, secondo appuntamento per proseguire in assemblea l’organizzazione della mobilitazione e le proposte dei tavoli tematici.

APPUNTAMENTO SABATO 24 DALLE ORE 9:00
ALL’INTERNO DEL PARLAMENTO DELLA X MUNICIPALITA’
IL COMMISSARIAMENTO SARA’ POPOLARE!

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Dopo il corteo del 30 Settembre e la prima Assemblea popolare a Villa Medusa di Sabato 10, per decidere sul futuro dell’area e per mettere al centro i bisogni di chi vive la città e i territori, ogni due settimane di Sabato ci incontreremo per discutere e decidere sul nostro futuro, non staremo più a guardare aspettando che il politico o lo speculatore di turno vengano a prendere le decisioni in base ai loro bisogni.

Mettere d’avanti le necessità degli abitanti del quartiere partendo dai problemi che giorno per giorno siamo costretti ad affrontare.

Abbiamo già individuato alcuni nodi centrali da affrontare per poter iniziare la discussione e dividerci in tavoli: l’annosa questione dei trasporti legata alla gestione della sepsa, la problematica relativa alla mancanza di edifici scoalstici e di una scarsa possibilità di lavoro per gli studenti, la questione disoccupazione che tiene in scacco numerosi cittadini costringedoli ad emigrare, le problematiche legate alla movida senza controlli…

Queste sono sole alcune delle questioni che ci preme discutere ma sicuramente altre ne verranno fuori durante il dibattito.

PARTECIPA PER DECIDERE SUL FUTURO DEL TUO QUARTIERE

BASTA LAMENTARSI!
LIBERIAMO BAGNOLI!
SBLOCCHIAMO NOI BAGNOLI
DECIDIAMO NOI SUL NOSTRO TERRITORIO!

Dopo che negli ultimi mesi Renzi ha giocato sul nome del commissario, sembra essere ufficiale che la nomina verrà data a Nastasi, volto in apparenza nuovo ed estremamente pulito.

Personaggetto perfetto per chi vuole mascherare operazioni ben più contorte e pericolose, quale l’individuazione del soggetto attuatore privato che con l’articolo 33 della legge ‘Sblocca Italia’ andrà avanti con provvedimenti mirati a mettere il destino di un’area di oltre 250 ettari in mano alla speculazione edilizia, agli interessi privati dei vari Caltagirone e Fintecna e alla trasformazione del principio “chi inquina paga” in “chi inquina viene ripagato”.

Vogliamo veramente lasciare in mano al partito che attualmente sta governando l’Italia e alle stesse società e soggetti responsabili di questo disastro ancora una volta la possibilità di decidere sul futuro del nostro territorio?

Pensi davvero che siano loro a “sbloccare” Bagnoli?

Per un reale ripristino, progresso e riqualificazione delle aree ex-Italsider, cosi come l’area Ex-Nato, l’alternativa a questo disastro non può che provenire da noi, l’inversione di rotta non può che partire da chi Bagnoli la vive e la soffre.

CHI HA INQUINATO DEVE PAGARE:
Bonifiche reali e sotto controllo popolare
Lavoro stabile e sicuro
Spiaggia pubblica
Servizi e spazi sociali

UN’ALTRA BAGNOLI E’ POSSIBILE
CHI HA INQUINATO DEVE PAGARE
IL COMMISSARIAMENTO SARA’ POPOLARE
BONIFICA, LAVORO, SERVIZI, SPIAGGIA, SPAZI SOCIALI

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13 giugno, ore 17: #PrendiSpazio al Lido Pola – Assemblea verso la gestione comunitaria dello spazio

Il Lido Pola era uno stabile abbandonato da circa 20 anni, lasciato al degrado strutturale, igienico-sanitario e sociale : il 17 maggio 2013 è stato occupato dal collettivo Bancarotta 2.0 per bloccarne la svendita e la privatizzazione, nonché per cominciare un percorso di riappropriazione e di recupero sociale della struttura, con interventi di riqualificazione e messa in sicurezza.

#PrendiSpazio

Questo processo di partecipazione ed auto-organizzazione dal basso ha prodotto dei progressi in fatto di smaltimento dei rifiuti, interventi di messa in sicurezza dei solai e di impermeabilizzazione del tetto, installazione di porte, finestre, servizi, attrezzature per garantire la vivibilità e l’ accessibilità della struttura a tutti.

Attraverso la realizzazione di attività sociali e politiche, artistiche e culturali (assemblee, dibattiti, concerti, esposizioni, presentazione di libri, cineforum, teatro, mostre corsi, laboratori, stage e molto altro ancora) e la partecipazione attiva di coloro che le attraversano, vogliamo dare nuova destinazione d’ uso ad uno dei tantissimi spazi abbandonati di Bagnoli, un quartiere in cui governi ed amministrazioni negli ultimi decenni hanno lasciato spazio solo ad inquinamento, speculazione economica e svendita dei beni pubblici, invece di soddisfare i bisogni e i desideri di chi lo abita.

Tale processo, nonostante l’arrivo delle solite misure repressive, è stato portato da subito all’attenzione del Comune di Napoli e dell’Agenzia del Demanio (proprietaria dello stabile) con la proposta di trovare le modalità per realizzare una gestione partecipata nonché l’auto-recupero della struttura e la bonifica delle aree circostanti dai rifiuti, a partire dal trasferimento dello stabile dalla gestione demaniale a quella comunale.

Al dialogo con le istituzioni sono, però, seguiti pochi fatti concreti: il sito è ancora da bonificare, l’acquisizione da parte del Comune di Napoli è in fase di completamento, non esiste una progettualità né un interesse politico forte nel valorizzare il percorso di partecipazione e di autorecupero costruendo le condizioni per la sua continuità. Dopo due anni di dialogo vogliamo proseguire il percorso senza aspettare, come abbiamo sempre fatto. Stavolta mettiamo al centro la gestione e la progettualità sul futuro del Lido Pola, a partire dalla partecipazione.

Nonostante la forte solidarietà dimostrata in questi anni da abitanti del quartiere e dai movimenti cittadini, sentiamo la necessità di ampliare e condividere la gestione dello spazio con tutte le persone che in questi mesi hanno attraversato, pensato, vissuto, o anche solo sbirciato quanto realizzato finora al Lido Pola: agli attivisti, alle associazioni, agli artisti, ai precari, ai lavoratori, ai disoccupati, agli insegnanti, ai ricercatori, agli studenti e a tutte le persone interessate alla gestione partecipata e comunitaria di una struttura che è una risorsa dell’intera città.

Così come avviene in tanti spazi che in questi anni sono stati occupati e restituiti alla città (l’ex asilo Filangieri, il Giardino di Materdei, Villa Medusa, il convento di S. Fede liberata, il Parchetto di Soccavo, e così via), si vuole proporre un’idea di uso lontana dalla gestione privatistica e dalla logica del profitto connessa ai bisogni e alle lotte dei territori, costruendo reti di solidarietà e mutualismo, facendo della nostra esperienza comune una concreta alternativa politica e culturale alla distruzione del welfare, dei servizi, alla chiusura degli spazi di socialità. Farsi, insomma, anticorpi contro il dilagare di fascismo, razzismo, securitarismo, individualismo, e promuovere insieme un modo diverso di vivere i territori e le relazioni.

Invitiamo tutte/i sabato 13 giugno alle 17:00 al Lido Pola per partecipare, con proposte per nuove attività o per rilanciare le iniziative che sono state realizzate al Lido Pola in questi anni, al dibattito sul percorso di costruzione di un’assemblea di gestione comunitaria.

Sostieni gli spazi sociali, sostieni il Lido Pola: #PrendiSpazio anche tu!

Bancarotta 2.0

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Prima assemblea del centro-sud contro lo SbloccaItalia

Prima assemblea del centro-sud contro lo SbloccaItalia @ L'Asilo

Prima assemblea del centro-sud contro lo SbloccaItalia @ L’Asilo

COMUNICATO FINALE

Ad un mese dalla mobilitazione di Bagnoli del 7 Novembre, sull’onda delle mobilitazioni di questi mesi (da Potenza alle marce contro il biocidio) si è svolta la prima partecipatissima assemblea del centro-sud contro lo SbloccaItalia.

Un primo importante momento di confronto, con centinaia di partecipanti, tra realtà, organizzazioni, coordinamenti, comitati e resistenze territoriali con l’obiettivo di costruire unitariamente una campagna contro la legge SbloccaItalia, inserita all’interno di una generale aggressione del capitale alle condizioni di vita, economiche, sociali ed ambientali.

L’articolato del decreto è una raffica di misure per la svendita del patrimonio immobiliare pubblico, la deregolamentazione degli interventi edilizi, il rilancio indiscriminato delle grandi opere inutili, l’incentivazione degli strumenti finanziari a servizio della speculazione, la promozione degli impianti per l’incenerimento dei rifiuti, commissariamenti, l’agevolazione delle trivellazioni per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi, la proliferazione di gasdotti e gassificatori.

Passato con l’ennesima fiducia al Senato con l’accelerazione da parte dell’esecutivo, il governo con lo Sblocca-Italia è riuscito paradossalmente nell’intento di unire le tante vertenze territoriali.

L’esigenza di una campagna nazionale nasce non solo per includere le singole vertenze in un contenitore che le rafforzi ma anche e soprattutto a prefigurare un movimento effettivamente unitario che contrasti questo decreto nella sua interezza essendo inserito organicamente nella logica politica che ispira tutte le controriforme del governo Renzi sul lavoro, la scuola, la casa, il governo del territorio, i servizi locali: dal Jobs act alla Buona scuola, dalla legge Lupi sull’urbanistica al Piano casa.

L’assemblea esprime l’esigenza di costruire in maniera condivisa, con i tempi ed i passaggi opportuni, uno spazio di coordinamento che connetta tutte le vertenze in prospettiva di un superamento della pur positiva esperienza delle reti di mutuo soccorso.

Si valuta positivamente la proposta di una mobilitazione coordinata sui territori da realizzarsi entro fine Dicembre, possibilmente lo stesso giorno, per spingere le Regioni ad impugnare lo Sblocca-Italia di fronte alla Corte Costituzionale.

Sul piano organizzativo, e’ stata condivisa la proposta di costruire una assemblea nazionale attraverso assemblee di macro area. Il 14 dicembre si terra’ presso Pescara la assemblea delle realtà di Abruzzo, Molise e Marche. Per quanto riguarda il Sud, si e’ espressa l’esigenza di ampliare la rappresentatività dell’assemblea di oggi, lavorando ad un nuovo momento d’incontro anche con altre realtà meridionali; per tale incontro si e’ individuata la data del 18 gennaio, presso un luogo più baricentrico rispetto al sud quale la Certosa di Padula – Salerno. Attraverso questo appello ed i contatti con i comitati attivi del nord , si sollecita la convocazione di un assemblea di macro-area anche nel Nord. In modo da arrivare ad un assemblea nazionale verso la metà di Febbraio con la proposta all’ordine del giorno di una mobilitazione unitaria e nazionale contro lo Sblocca-Italia.

Ribadiamo che chi “devasta e saccheggia” è lo Stato, il quale mentre attacca le comunità che si oppongono ai processi speculativi assolve chi inquina ed uccide come nel caso del processo Eternit.

La generalizzazione delle lotte è la risposta politicamente più forte all’ondata repressiva che sta montando contro le esperienze di resistenza sui territori: dalla NoTav a Bagnoli, passando per le accuse ai NoTriv lucani, fino ai NoMuos.

Le varie iniziative che si svilupperanno sui territori già calendarizzate potrebbero condividere l’utilizzo di un unico canale comunicativo (anche attraverso hashtag in rete “No #SbloccaItalia”) che dia il senso della costruzione di un unico coordinamento inclusivo.

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Calendario delle iniziative sui territori

Sabato 13 Dicembre

Assemblea pubblica “StopBiocidio” all’Auditorium di Caivano

Manifestazione a Cagliari contro le servitù militare della Sardegna

Venerdi 19 Dicembre

Manifestazione “Difendiamo Taranto – No a Tempa Rossa” h 17:00 Zona Palamazzola

Per fine Dicembre – Manifestazione e Presidi a Pisticci ed altrove

Sabato 3 Gennaio Irpinia – Gesualdo

Manifestazione contro il Pozzo Gesualdo 1

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Prima Assemblea del Centro-Sud contro lo Sblocca-Italia

Partecipanti: Laboratorio Politico Iskra, Assise cittadina per Bagnoli, Coordinamento Studenti Flegrei, Stop Biocidio, Comitato No Inceneritore di Giugliano, Bancarotta/Lido Pola Bagnoli, Stop Tempa Rossa di Taranto, No Triv Potenza – Coordinamento Basilicata, Rap Molise, Zer081, Attac Napoli, StopTTip, Cantiere Sociale Chiaiano, Lab. Occ. Insurghencia, Coordinamento Nazionale No Triv – Sez.Basilicata, Communia Lazio, Rete Campana Salute Ambiente, Comitato Acqua Pubblica Salerno, Coord. Regionale Acqua Pubblica Campania, Rete Ambiente e Salute Salerno, PRC Salerno, Laboratorio sociale per i beni comuni – Potenza, L’altra Europa/L’altra Campania, No Triv Sannio, No Triv Irpinia, Abruzzo Social Forum, Forum abruzzese – Movimenti per l’Acqua, Coordinamento Comitati Fuochi, Usb/Ross@, Usb – Gruppo di lavoro Società Partecipate, Radio Vostok, Isde Salerno, Isde Puglia, Laboratorio Politico Kamo.

 

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Basta precarietà e ricatti… blocchiamo il paese! Il #14nov è #scioperosociale!

Basta precarietà e ricatti… blocchiamo il paese! Il #14nov è #scioperosociale!

Io sciopero… noi scioperiamo. Le ragioni?

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Regola n.1: Se è gratis, non è lavoro
Regola n.2: Circa 3 euro/l’ora di media non è retribuzione, è schiavitù
Regola n.3: Togliere i (pochi) diritti a chi li ha non vuol dire darli a chi ne è privo
Regola n.4: Sorridere, essere disponibili, flessibili, accondiscendenti non sono qualità professionali da sviluppare.
Regola n.5: Dopo circa 15 anni e milioni di dati molto chiari, possiamo dire che “Più i lavoratori saranno flessibili più l’occupazione crescerà” è una colossale menzogna
Regola n.6 : Anche noi ci chiediamo dov’erano i sindacati in questi anni, anche noi crediamo che non siano più in grado di comprendere le trasformazioni del lavoro: proprio per questo continuiamo a lottare per salario, reddito universale e welfare.
Regola n.7: 3 anni di apprendistato per imparare a rispondere al telefono non è “formazione”, è una truffa.
Regola n.8: Arriveranno le “tutele crescenti” nei contratti di inserimento: I diritti sono un gioco a premi? Spettano solo a chi è anziano, a chi resiste un secondo più degli altri?
Regola n.9: Essere giovani non è una colpa, anche se nel mercato del lavoro sembrerebbe il contrario.
Regola n.10: Muoversi ora per non rimanere schiacciati per sempre.
Io il #14Novembre incrocio le braccia per 24 ore, a mezzanotte nei luoghi della movida, la mattina tra picchetti e corteo, il pomeriggio invadendo le strade di oltre 60 città italiane, sulla rete e sui treni, con video, foto o spillette, con i corpi o in mille altri modi…facciamo in modo che il #14novembre non sia un giorno normale. #socialstrike -3

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Allo stato attuale:
1. Se sei precario non hai diritto alla casa;
2. Se sei disoccupato non hai diritto alla casa;
3. Se sei studente e vuoi la tua indipendenza, sei costretto a fare lavori sottopagati e in nero per pagarti l’affitto, in quanto studente non hai nessun diritto alla casa nella città in cui studi;
4. Se sei precario non puoi permetterti di pagare l’affitto a meno che non fai 2 o 3 lavori contemporaneamente;
5. Se lavori 10-12 h al giorno non è vita;
6. Se sei precario, studente o disoccupato ci pensi due volte prima di non andare a lavoro perché sei malato;
7. Se sei precario, disoccupato o studente e hai deciso di occupare per rispondere all’emergenza abitativa, grazie al piano casa del Ministro Lupi non hai diritto alla residenza e all’allaccio delle utenze;
8. se non hai la residenza non puoi mandare i tuoi figli a scuola nel quartiere dove vivi;
9. se non hai la residenza non hai accesso al medico di base nel tuo quartiere;
10.se non hai le utenze non puoi vivere in maniera dignitosa.

Riappropriarsi di ciò che è nostro non è reato!

Occupare è una forma di resistenza e di lotta alla precarietà.
Occupare è riappropriarsi di reddito indiretto per vivere una vita dignitosa e libera.
#nopianocasa #garantiamociunfuturo #scioperosociale #14N —>https://m.facebook.com/events/1598124783742993/

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#7nov tutti a Bagnoli / Blocchiamo lo SbloccaItalia: Renzi statt’a casa!

MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO IL DECRETO “SBLOCCA ITALIA”

IL 7 NOVEMBRE TUTTI A BAGNOLI
CONTRO IL DECRETO SBLOCCA ITALIA
CONTRO IL PD ED IL GOVERNO RENZI

CONCENTRAMENTO ORE 9:30 P.ZZALE TECCHIO
MOBILITAZIONE TUTTA LA GIORNATA…
ASSEMBLEA ORE 16:00 POLITECNICO INGEGNERIA

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Il 7 novembre Renzi verra’ a bagnoli per celebrare la prima applicazione di un provvedimento ultraliberista ed autoritario che devasta i territori e la democrazia!

Quel giorno bagnoli deve essere il centro per una protesta generale e nazionale che affossi questo decreto ed unifichi le lotte sociali e ambientali contro il governo renzi!

Il decreto legge 133/2014, meglio conosciuto come “Sblocca Italia”, è un violento attacco alle procedure democratiche per il governo del territorio ed al patrimonio urbanistico ed ambientale del nostro paese. Inserendosi nel solco della peggiore destra neoliberista, il governo Renzi avvia lo smantellamento delle norme che presiedono alla tutela del territorio, considerate un ostacolo al dispiegamento degli interessi del partito del cemento, dai costruttori alla finanza speculativa.

L’articolato del decreto è una raffica di misure per la svendita del patrimonio immobiliare pubblico, la deregolamentazione degli interventi edilizi, il rilancio indiscriminato delle ‘grandi opere’, l’incentivazione degli strumenti finanziari a servizio della speculazione immobiliare, la promozione degli impianti per l’incenerimento dei rifiuti, l’agevolazione delle trivellazioni per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi, lo proliferazione di gasdotti e gassificatori.

Ma è soprattutto un attacco ai movimenti popolari ed ai comitati di base, sui quali il dogmatismo neoliberista vuole ribaltare le proprie responsabilità per la crisi economica e sociale. Col pretesto di superare i veti del ‘fondamentalismo ambientalista’ che bloccherebbe il paese, si vuole stroncare ogni critica di massa a questo pernicioso modello di sviluppo, ogni resistenza popolare alle politiche liberiste.

In questo museo degli orrori spicca l’articolo 33, che detta procedure straordinarie per interventi di rigenerazione urbana ed ambientale, inizialmente pensato per l’ex area industriale napoletana di Bagnoli e successivamente esteso all’intero territorio nazionale.

Con un provvedimento senza precedenti, i cittadini, le assemblee elettive locali e gli organi di controllo statali sono espropriati del diritto di pianificare il territorio di loro competenza, che viene affidato ad un commissario governativo-podestà: sarà questi, insieme ad un soggetto attuatore unico costituito da istituti finanziari, costruttori e proprietà immobiliare, a decidere i destini delle aree considerate “di interesse nazionale”.

Il programma d’intervento così congegnato derogherà a piani urbanistici e norme di tutela ambientale. Si tratta di misure apertamente anticostituzionali, pensate ad hoc per promuovere la speculazione edilizia sull’ultima grande area libera del litorale urbano di Napoli; laddove, cancellando la grande spiaggia pubblica balneabile ed il parco verde di 130 ettari previsti dagli strumenti urbanistici, si intende realizzare un mostruoso complesso portuale-residenziale-alberghiero.

Anche a Bagnoli l’obiettivo politico del decreto è annientare l’opposizione dei gruppi di base, che in questi anni hanno puntualmente denunciato le inefficienze della bonifica, arginando le ricorrenti manovre speculative e gli interessi affaristici che da tempo sabotano l’attuazione del piano urbanistico.

Dietro il governo Renzi ci sono le banche e Fintecna, la finanziaria statale proprietaria dei suoli ex IRI, che pretende di lucrarci senza pagare la bonifica. Ci sono i costruttori, Caltagirone-Cementir in testa, intenzionati a rovesciare tonnellate di cemento sull’ultimo litorale libero della città ed impadronirsi della riserva naturale di Nisida. C’è l’Idis-Città della Scienza, una greppia clientelare foraggiata con denaro pubblico, determinata a espandere i suoi tentacoli su spiaggia e parco. Proprio l’accordo per la sua ricostruzione, firmato ad agosto anche dalla giunta De Magistris (che ora piagnucola per essere stata messa nell’angolo) ha aperto le porte di Bagnoli agli squali della finanza e del mattone.

A contorno dei pesci grossi, la minutaglia locale di giornalisti asserviti, piccoli affaristi e clientele del Pd, col ruolo di corrompere ed ingannare la popolazione.
“Sblocca Italia” non produce lavoro e sviluppo ma precarietà sociale ed ambientale, devastando i territori e la democrazia, assestando un colpo pesantissimo alle condizioni di vita delle classi popolari. E’ un’operazione politica autoritaria, che testimonia la saldatura di interessi tra le centrali del potere economico-finanziario e le politiche del governo Renzi e del Pd.

Questo decreto è organicamente inserito nella logica politica che ispira tutte le controriforme in corso da tempo sul lavoro, la scuola, la casa, il governo del territorio, i servizi locali. Dal Jobs act alla Buona scuola, dalla legge Lupi sull’urbanistica al Piano casa, l’obiettivo delle corporazioni economico-finanziarie nazionali ed europee che reggono i fili del governo Renzi è uno solo: far pagare la crisi alle classi popolari, impossessandosi dei beni pubblici e stroncando ogni forma di reale opposizione dal basso.

Per questo occorre reagire con forza, il decreto va bloccato, con un’iniziativa di massa che costituisca un primo momento di ricomposizione e rilancio a livello nazionale delle vertenze settoriali e delle lotte in corso sui singoli territori.

Dobbiamo prendere parola, promuovere la mobilitazione in tutte le sedi possibili, locali, nazionali ed europee: nelle piazze, sugli organi di informazione, presso le sedi giudiziarie, nelle assemblee elettive. Ma il 7 novembre è un momento decisivo, che coinciderà con la fase di approvazione del decreto, e deve essere utilizzata per lanciare un segnale forte e chiaro al governo.
Bagnoli l’esempio lampante degli intenti speculativi sottesi allo “Sblocca Italia”.

E’ la sfida aperta che Renzi ha lanciato ai movimenti, a partire da quelli che si battono per il diritto alla città ed all’ambiente, commissariando un intero quartiere per realizzare una colossale speculazione urbanistica. Può quindi diventare il paradigma per una decisa protesta nazionale che affondi tutto l’impianto del decreto.

A BAGNOLI E SU TUTTI I NOSTRI TERRITORI
NON SERVONO COMMISSARI
MA LAVORO, AMBIENTE E DEMOCRAZIA!

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ADESIONI

Assise cittadina per Bagnoli
Laboratorio Politico Iskra
(Area Flegrea, Aversa, S.Maria C.Vetere)
Coordinamento Studenti Flegrei
Si Cobas
Coc Napoli
Comunisti per l’organizzazione di classe
Contadini di S.Laise
Bancarotta 2.0 – Lido Pola liberato
Zero81
Magnammece ‘o Pesone – campagna per il diritto all’abitare
Cantiere Sociale Quarto Mondo
Ex-Asilo Filangieri
Coordinamento studentesco casertano
Collettivo Autorganizzato Universitario
Studenti Autorganizzati Campani
Clash City Workers
Laboratorio Politico Kamo Area Nord
Mensa Occupata
Studenti Federico II
Cittadini Campani per un’altro piano dei rifiuti
Rete Campana Salute ed Ambiente
Stop Biocidio
Laboratorio Occupato Insurgencia
USB – Campania
Cobas
Comitati Acqua Pubblica
Coordinamento Irpinio No Triv
P. Carc
Coordinamento lista Tsipras Napoli
M5S Napoli
Identità Insorgenti
Coordinamento II Policlinico
Attac Napoli
Comitato Cassaintegrati e Licenziati Fiat
Collettivo Insorgenza Musica
Rete Ambiente e Salute della Provincia di Salerno
Galleri Art
Classe Operaia Nola
Comitato Cassaintegrati e Licenziati Fiat
Coordinamento ) dicembre Campania
CDUP Ingegneria
Il Salice Bianco
Rifondazione Comunista di Napoli e Nazionale
Slai cobas per il sindacato di classe Taranto Ilva
Proletari Comunisti Taranto
LINK Napoli – coordinamento universitario
Combat Roma
Combat Viterbo
Sher Khan Cerca Casa – Roma
Casp
Promakos

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Contro Renzi e lo Sblocca-Italia: un appello a scendere in piazza il #7nov

21 OTTOBRE h17:00 ALL’EX-ASILO FILANGIERI

Assemblea pubblica
IL 7 NOVEMBRE TUTTI A BAGNOLI CONTRO
“SBROCCAITALIA” E LE POLITICHE DEL GOVERNO RENZI

IL 7 NOVEMBRE RENZI VERRA’ A BAGNOLI PER CELEBRARE LA PRIMA APPLICAZIONE DI UN PROVVEDIMENTO ULTRALIBERISTA ED AUTORITARIO CHE DEVASTA I TERRITORI E LA DEMOCRAZIA!

QUEL GIORNO BAGNOLI DEVE ESSERE IL CENTRO PER UNA PROTESTA GENERALE E NAZIONALE CHE AFFOSSI QUESTO DECRETO ED UNIFICHI LE LOTTE SOCIALI E AMBIENTALI CONTRO IL GOVERNO RENZI!

Facciamo appello a tutte le realtà organizzate, collettivi, comitati territoriali e di lotta, associazioni e singoli a partecipare a questa assemblea pubblica per contribuire nella costruzione degli appuntamenti
verso la mobilitazione del 7 Novembre a Bagnoli

Renzi non stare sereno: statt a cas!

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TERRITORI FUORI DALLA CRISI – DIBATTITO CON A. FUMAGALLI @ LIDO POLA LIBERATO

|| #reddito #welfare #beni comuni || 

venerdì 8 novembre

ore 16.30

Dibattito con Andrea Fumagalli @ Lido Pola liberato

intervengono Giso Amendola e Francesco Festa 

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Il 19 ottobre a Roma eravamo in 70.000, e per la prima volta dietro uno striscione che parlava di reddito.

Siamo convinti che dopo quella giornata sia necessario tornare a parlare sui propri territori, per costruire un “19 ottobre in ogni città”.
E’ in quest’ottica che si inserisce l’incontro di Venerdì 8 ottobre con Andrea Fumagalli, economista, uno dei principali sostenitori della necessità di introdurre un reddito minimo di esistenza, autore tra gli altri di “Lavoro male comune“.
Nell’area flegrea stiamo provando a costruire uno spazio di discussione comune, una piattaforma politica che abbia al centro proprio la questione del reddito. Le realtà e i soggetti politici che si stanno muovendo verso questa direzione sono diversi tra loro, eppure, mantenendo intatte le singole vertenze, abbiamo deciso di mettere al centro questo tema che ci interessa tutte e tutti.

Interviene :
Andrea Fumagalli

con Giso Amendola e Francesco Festa

AltroModo Flegreo, Cortocircuito Flegreo, Quarto Mondo, Bancarotta

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19 OTTOBRE – COMINCIA L’AUTUNNO: CHE LE FOGLIE MORTE CADANO

1069135_685029261510034_113993621_n Contro tutte le aspettative catastrofiche di giornalisti affabulatori e sinistri professionisti della politica, a Roma ieri è stata una grande giornata di mobilitazione.

Oltre 70.000 persone in piazza, tra movimenti di lotta per la casa, No Tav, No Muos, movimenti ambientalisti, studenti, precari, lavoratori e cassintegrati in lotta per il reddito e i diritti sociali: un corteo nutrito, rabbioso e intelligente, che ha resistito alle provocazioni di qualche mentecatto di Casapound e delle forze dell’ordine, senza lasciarsi spezzare mai, puntando dritto all’assedio ai palazzi del potere (Ministeri dell’Economia, del Lavoro, delle Infrastrutture) e all’acampada finale, tutt’ora in corso a Porta Pia. 

Nonostante la demonizzazione messa in atto da parte dei media, per disincentivare la partecipazione alla manifestazione prima e screditare la tenuta in piazza poi, la maturità e l’unità dimostrate nell’arco dell’intera giornata – e oltre – sono dei chiari segnali di un’esigenza sempre più forte e condivisa, quella di una sollevazione generale che abbatta le politiche di Austerity attraverso pratiche di riappropriazione che ci si auspica si moltiplichino incontenibilmente in ogni città e regione. Un pezzo sempre più consistente di questo paese è in movimento per cambiare lo stato di cose attuale, per resistere alla crisi e alla devastazione che il capitalismo impone ai nostri territori e alle nostre vite: l’assedio e l’acampada non sono che il punto di partenza di un incontenibile processo

sociale di partecipazione che va generalizzandosi e allargandosi a macchia d’olio. 

Dalla prima assemblea di stamattina si è ottenuto l’incoraggiante risultato di un tavolo con il Ministro per le Infrastrutture: un incontro incentrato sull’emergenza abitativa, che si terrà martedì con la partecipazione di altri sindaci di svariate grandi città.

Insomma, quest’autunno inaugura degnamente la caduta delle foglie morte.

E non è che l’inizio!

RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA VITA!!! 

Nel frattempo, sembrerebbero ben 14 le persone attualmente in stato di fermo: domattina a Piazzale Clodio ci sarà il processo per direttissima agli arrestati a seguito degli scontri di ieri. Ma in questi casi non ci sono né buoni né cattivi:

CELESTE E SARA LIBERE SUBITO!!! 

TUTTI LIBERI, TUTTI LIBERE!!!

#tuttiliberi #19O #tuttiliberi #cominciadesso

Riportiamo di seguito l’appello lanciato in rete dagli attivisti che sono ancora a Porta Pia:

L’acampada di Porta Pia ha bisogno anche del tuo aiuto!

YES WE CAMP! E ABBIAMO BISOGNO ANCHE DI TE!

Vieni in Porta Pia e pianta la tua tenda insieme a noi!

PER FAR FUNZIONARE L’ACAMPADA ABBIAMO BISOGNO DI:

– Tende, sacchi a pelo, cuscini e coperte: tutto quello che può servire ad affrontare la notte.
– Ciabatte, prolunghe e riduzioni elettriche perché l’acampada ha bisogno di essere alimentata a dovere!
– Chiavette internet, pc, smartphone, macchine fotografiche e videocamere, ma sopratutto persone che abbiano voglia di raccontare insieme a noi questa piazza!
– Tavoli e sedie… in in piazza siamo tanti, non solo giovani e precari ma anche famiglie!
– Viveri e beni di prima necessità di qualsiasi tipo e quantità: in piazza è già stata allestita una cucina solidale, vieni a darci una mano!
– Stoffa e bombolette, cartelloni e pennarelli, tutto quello che può aiutarci a raccontare a tutt* le nostre lotte!
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VERSO L’ASSEMBLEA PUBBLICA DI SABATO 25 MAGGIO – REPORT ASSEMBLEA DI DOMENICA 19 MAGGIO

947076_262444433895910_1058535823_nA pochi giorni dalla liberazione dell’ex Lido Pola, l’assemblea pubblica di domenica 19 maggio ha visto la partecipazione di molti cittadini (del quartiere e non), attivisti e realtà territoriali che hanno espresso appoggio, solidarietà e piena condivisione rispetto all’esperienza di autorecupero proposta per la struttura.

In più di un intervento, forte  è stata la sollecitazione alla concretezza: trattandosi di un luogo politicamente e geograficamente centrale, l’ex Lido Pola è stato investito da un’azione di riappropriazione dal basso che fa riemergere, per l’ennesima volta, la contrapposizione fra istituzioni assenti e soggetti animati dalla voglia di migliorare. Un discorso, questo, che va ribadito e allargato a tutte le realtà che vanno riappropriandosi di ciò che è loro, al fine di trovare soluzioni alternative reali, come, nel caso specifico, la costituzione di un comitato scientifico di ingegneri, architetti e specialisti, che consenta la configurazione di una progettualità vera e propria, anche finanziabile e, auspicabilmente, produttiva di posti di lavoro.

Rifiutando l’interlocuzione con l’amministrazione pubblica, i cui pretestuosi tempi biblici da sempre rappresentano un impedimento al soddisfacimento dei bisogni reali dei cittadini, non si vuole però incorrere nel rischio di essere additati come “semplici occupanti”: ciò che si vuole rivendicare con forza è la partecipazione attiva della cittadinanza alle dinamiche riguardanti la trasformazione territoriale, una trasformazione che in via ancora teorica contemplerebbe la realizzazione della spiaggia pubblica e la bonifica del litorale e dei fondali. Da qui, l’urgenza di fare dell’ex Lido Pola un osservatorio per ampliare e intensificare il lavoro dei comitati Una spiaggia per tutti e BonifichiAmo Bagnoli, per farne uno strumento realmente utile, attraverso le cui iniziative si possa non solo entrare in contatto con i cittadini, ma anche metterli in contatto tra loro.

Quella di Bagnoli, del resto, si delinea sempre più nitidamente come una questione cruciale della città, come della nazione. Dal processo di dismissione che fagocita insaziabilmente spazi pubblici (dalla Mostra d’Oltremare al complesso Zoo/Edenlandia, da San Laise  alla base Nato) al  sequestro “dinamico” delle aree ex Eternit ed ex Italsider, alle relative  indagini (tardive e parziali) per le già evidentissime devastazione ambientale, truffa ai danni dello Stato e mancata bonifica, risulta chiaro che questo territorio non può più essere definito “periferico”: la centralità di Bagnoli al livello nazionale (confermata, peraltro, anche della partecipazione di esponenti NoTav alla Giggin Vitton C.A.P) può farsi strada solo attraverso la costituzione di una comunità veramente resistente che crei reti d’azione oltre che di solidarietà, per giocare una partita politica che inneschi finalmente un cambiamento storico significativo.

Occorre, allora, investire se stessi in sfide apparentemente impossibili: l’autorecupero, la riprogettazione e la gestione partecipate delle funzionalità di questo spazio (che è un pungolo per l’amministrazione pubblica in merito alle questioni di spiaggia e bonifica) sono attuabili se tutti vi investono le proprie energie e si fanno, a loro volta, portatori all’esterno di queste istanze, per richiamare forze ulteriori. Soltanto così, questa discussione aperta può tradursi nella costituzione di una comunità – ben più ampia di quella di Bancarotta – che restituisca utilità reale all’ex Lido Pola, rendendolo innanzitutto agibile e attraversabile mediante un recupero sociale collettivo volto anche a contrastare i pretesti d’impraticabilità a cui s’appiglia la repressione, attualmente inaspritasi a fronte della nuova ondata di esperienze di occupazione e autogestione di spazi pubblici.

Oltre all’osservatorio, si proponeva inoltre un ragionamento sulla sfruttabilità della spiaggia antistante la struttura, con una messa in sicurezza rispetto alla quale potrebbe operare il comitato scientifico di cui ci si auspica la costituzione. Ma moltissime altre attività potrebbero restituire vita all’ex Lido Pola: da sport d’ogni genere a dibattiti, workshop e iniziative informative; dalla promozione artistica (con mostre pittoriche e fotografiche, esibizioni, eventi musicali e teatrali, presentazioni di libri, cineforum) alla divulgazione di saperi e pratiche comuni, con biblioteche, corsi e laboratori.

Nonostante proprio ieri rappresentanti del Demanio, Guardia di Finanza e concessionari dello spazio abbiano minacciato di sgomberare l’edificio (ridotto ad un covo di immondizia e abusivismo proprio a causa delle loro negligenze ultraventennali), la bonifica sociale di questo bene pubblico proseguirà, puntando sempre al coinvolgimento attivo di tutti i cittadini nel processo di autogestione e recupero dal basso: dalla pulizia ad una prima pianificazione lavorativa per la messa in sicurezza, alla ridefinizione partecipata delle funzionalità dello spazio.

Invitiamo, allora, tutti quanti ci abbiano conosciuto e sostenuto ad unirsi al nostro percorso, per affermare e difendere la legittimità di un’iniziativa il cui solo scopo è il ripristino della prerogativa sociale di uno spazio sottratto alla collettività: un obiettivo a cui tutti possono cominciare a contribuire in prima persona partecipando e dando i propri input alla prossima ASSEMBLEA PUBBLICA, fissata per SABATO 25 MAGGIO alle ore 11.30.

Frattanto, diamo appuntamento ogni giorno, dalle 8.00 in poi, all’ex Lido Pola per il presidio permanente della struttura e i lavori di autorecupero dello spazio.

CONTRO ABBANDONO E SPECULAZIONI,

SOSTIENI LA RIQUALIFICAZIONE SOCIALE DEGLI SPAZI PUBBLICI! SOSTIENI BANCAROTTA 2.0!983985_497175997016220_1146335525_n

 
Evento FB: clicca qui 
Guarda il  video su YouMedia
Sul tentato sgombero, vedi anche:
• Napolitoday – leggi articolo
• Espressonline – leggi articolo
• Radiondadurto – leggi articolo
• Contropiano – leggi articolo
• Infoaut – leggi articolo

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LIBERATO L’EX LIDO POLA A COROGLIO: NO ALLA DISMISSIONE DEL PATRIMONIO! SÌ AGLI SPAZI SOCIALI!

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943734_10151884238334186_1812596348_nSe il Governo, a tutti i suoi livelli, procede alla dismissione del patrimonio pubblico, da privatizzare per fare cassa, la risposta che vogliamo dare attraverso le azioni di riappropriazione dal basso è che questa città non è in vendita. Gli spazi comuni non si cedono a privati né si possono lasciare alla gestione fallimentare e privatistica del pubblico: riprendiamoceli!
Nell’elenco dell’Agenzia del Demanio, fra i 12.000 beni immobili italiani in vendita (per un valore di circa 42 miliardi), quelli in Campania risultano essere 1.063, di cui oltre la metà si trova nella provincia di Napoli, tra case, interi rioni, linee ferroviarie, cabine elettriche, chiese, scuole, ruderi, arenili, ristoranti; l’ex Lido Pola a Coroglio, nello specifico, è spezzettato in tre lotti, in svendita per poco più di 830.000 euro: un altro boccone offerto a speculatori e palazzinari sul litorale di Bagnoli! La struttura, dall’illustre passato, ha chiuso i battenti negli anni ’80 e da allora versa in uno stato di abbandono e di degrado, una discarica a cielo aperto che lascia campo libero all’abusivismo.

Anche la giunta De Magistris, per coprire il dissesto finanziario del Comune di Napoli, ha abbracciato la linea della dismissione, puntando alla vendita degli immobili che “producono passività” per “fare cassa”. In contrasto con il processo di dismissione si sono moltiplicate negli ultimi anni le esperienze di occupazione, autogestione, recupero sociale di spazi pubblici, dimostrando che non solo è possibile e necessario bloccarne la gestione privatistica, ma che esistono modelli di gestione alternativi, possibili e sostenibili, capaci di rispondere ai bisogni sociali che emergono nella crisi: dall’abitare, al welfare, ai servizi, alla cultura, al reddito.

310084_10151884238479186_1242611484_nCon l’occupazione rivendichiamo adesso il nostro diritto a restituire piena attività all’ex Lido Pola, la stessa attività che – dal giorno dell’applicazione dei sigilli della Magistratura – ci è stato impedito di continuare all’interno degli spazi di BANCAROTTA, l’ex Banca Intesa a via Coroglio 49 che dal 2 giugno 2012 era stata rifunzionalizzata e restituita alla città. L’unico spazio – a dispetto del vero oggetto dell’inchiesta, le attività di Bagnoli-Futura, il disastro ambientale e la truffa della bonifica mai compiuta –  realmente penalizzato dal sequestro “dinamico”, secondo una logica tutt’altro che chiara, e su cui ancora cerchiamo verità e giustizia. Le attività di Bancarotta sono proseguite temporaneamente nelle strade e nelle piazze del quartiere. Nell’attesa degli sviluppi della maxi-inchiesta della Magistratura, l’amministrazione comunale non si è preoccupata né di riconoscere la legittimità della comunità di Bancarotta, né di trovare congiuntamente soluzioni alternative concrete, nonostante gli impegni presi di fronte all’evidenza della situazione. Come di consueto la soluzione l’abbiamo trovata da soli, individuando un luogo a noi vicino non soltanto al livello territoriale, ma anche e soprattutto sul piano delle istanze: nessun posto poteva rappresentare osservatorio migliore sulla realizzazione della spiaggia pubblica, su cui si muove già da tempo la campagna “Una spiaggia per tutti”, e sulla definitiva bonifica del mare e dei terreni, per la quale si è da poco costituito il neo-comitato “BonifichiAmo Bagnoli”. Ecco perché abbiamo scelto l’ex Lido Pola: per farne oggetto di bonifica sociale, continuando a ribadire l’indispensabile partecipazione dei cittadini nei processi decisionali che riguardano l’area occidentale di Napoli249194_10151884238469186_1364326031_n

Vogliamo avviare da subito un’esperienza di autorecupero dell’ex Lido Pola per sottrarlo al degrado e all’incuria, aprendo una discussione con più soggetti sociali per una riprogettazione partecipata delle funzionalità di questo spazio.

Contro la dismissione, la precarietà e l’assenza di diritti perpetrate dagli artefici della crisi ai danni di nuove e vecchie generazioni di quest’Europa manovrata da banchieri, costruiamo dal basso un modello di sviluppo nuovo, agli antipodi di quelli fallimentari di BagnoliFutura e delle amministrazioni di centrodestra e centrosinistra, che promuova una diversa distribuzione di reddito e ricchezza sociale.

Alla lotta per una riqualificazione ambientale che sottragga il territorio alle logiche clientelari e predatorie che ne hanno fatto scempio negli ultimi decenni, vogliamo unire un progetto di socialità alternativo, fondato sulla solidarietà, sulla cooperazione, sulla libera condivisione e sulla partecipazione. Per continuare a costruire dal basso la nostra idea di bene comune: un laboratorio di arte, musica, eventi culturali, saperi e pratiche comuni! Per trasformare il nostro presente e riprenderci il futuro: spazi, reddito, diritti, dignità, felicità, indipendenza!

BANCAROTTA 2.0
Email: bancarotta.bagnoli@gmail.com
FB: facebook.com/BancarottaBancarotta Bagnoli
Manifesto: bancarotta.eu

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Primo Maggio a Bagnoli, la messa è finita: chi ha inquinato deve pagare! | Precarietà, devastazione ambientale, ingiustizia: la realtà che i sindacati non volevano vedere.

Primo Maggio a Bagnoli, la messa è finita: chi ha inquinato deve pagare!
Precarietà, devastazione ambientale, ingiustizia: la realtà che i sindacati non volevano vedere.

Un Primo Maggio difficile da mandare giù per i sindacati confederali che, ancora una volta, preferiscono far finta di non vedere ciò che la crisi e il teatrino della politica rendono invece sempre più evidente.
Sindacati che alla fine hanno preferito interrompere, dopo minuti di tensione, il concerto della manifestazione ufficiale del Primo Maggio, che si svolgeva a Città della Scienza, piuttosto che dare la parola, come richiesto, a un centinaio di manifestanti, arrivati a Città della Scienza a gruppetti dopo un corteo di centinaia di persone a Bagnoli, dopo che i blindati della polizia avevano impedito il transito su via Coroglio.
Non sono mancate le aggressioni da parte del servizio d’ordine del sindacato, che hanno trovato dall’altra parte la determinazione a voler prendere la parola, esercitando un diritto al dissenso che organizzazioni che si dicono democratiche dovrebbero conoscere bene e rispettare.primo maggio 8 buona
Questa la risposta a chi provava a prendere parola ad una messa in scena che sembrava essere quasi un sfottò per i giovani e i precari della città. Un concerto per la festa del lavoro, lavoro che come il futuro dei giovani e i precari è inesistente. Ma oggi i sindacati confederali piuttosto che preoccuparsi dei veri problemi che affliggono Bagnoli, hanno ben pensato di speculare sulla tragedia dell’incendio di Città della Scienza e sulle sue conseguenze, che ricadono ancora una volta sui lavoratori e sui cittadini.
Forse perchè gli interrogativi che negli ultimi giorni hanno attraversato le mobilitazioni seguite al sequestro di Bancarotta e dell’ex area Italsider, e la “settimana della rabbia di Bagnoli”, non interessano gli organizzatori del concerto – CGIL CISL e UIL – che infatti oggi chiedono a gran voce la ricostruzione di Città della Scienza, in modo autistico e incondizionato, ignorando tutto ciò che interessa l’area circostante, e allo stesso tempo glissando, in maniera preoccupante, di fronte alla legittima pretesa di conoscere gli autori dell’incendio, i loro mandanti, e il movente che li ha spinti.

Si badi bene: oggi, come nelle settimane precedenti, nessuno tra i centri sociali e i comitati territoriali ha mai messo in discussione la ricostruzione di Città della Scienza: tutt’altro, il messaggio è: vogliamo città della scienza, ma anche la bonifica, la spiaggia pubblica, gli spazi sociali, un’idea differente di sviluppo di quell’area che allontani per sempre la speculazione, la morte, la precarietà, la disoccupazione e l’emigrazione forzata che da 30 anni affliggono Napoli ed in particolare Bagnoli. primo maggio 10 buonaE forse proprio qui si spiegano le rigidità dei sindacati confederali che in questo mese non hanno mai accettato la richiesta di ricostruire città della Scienza sulla sponda opposta di Via Coroglio, restituendo al sogno (previsto anche dal piano urbanistico..) di una vera bonifica e della prima spiaggia pubblica della città!
Una rigidità, ammantata dalla solita retorica ricattatoria sulla salvaguardia dei posti di lavoro (salvo dimenticarsi che a Città della Scienza non si pagano stipendi da mesi e mesi prima dell’incendio) che oggi si è espressa fino alle estreme conseguenze: alla richiesta di un intervento sul palco, la risposte sono state spintoni ed insulti, fino a far esplodere la rabbia di chi in questa città non vede più alcuna prospettiva e non si sente rappresentato da nessuno.

Una noncuranza e un’assenza di disponibilità all’ascolto tanto più preoccupante se si pensa agli interessi speculativi che da decenni investono la zona, e che si sono già ampiamente concretizzati, dopo la chiusura della fabbrica, nella “rapina” privatistica del litorale, e nel disastro ambientale fotografato dall’ultima inchiesta della magistratura con centinaia di tonnellate di rifiuti seppelliti lì dove dovevano sorgere il Parco Verde e il Parco dello Sport.
Interessi e processi di cui Bagnoli e Napoli tutta continuano a pagare il prezzo, innanzitutto in termini di salute pubblica, con tassi di incidenza tumorale altissimi; con un piano urbanistico totalmente stralciato, e con il dramma sociale della disoccupazione e dell’assenza di un progetto di sviluppo che tenga conto dei bisogni e desideri collettivi delle comunità.
Interessi privati e oscuri, contro i quali negli ultimi due anni si sono intensificate campagne di partecipazione e sensibilizzazione, che hanno portato anche oggi interessanti risultati, che sono un esempio virtuoso per la città: come la delibera comunale che prevede la realizzazione della spiaggia pubblica sul litorale Coroglio-Pozzuoli o il progetto comunitario di riqualificazione della collina di San Laise, adiacente alla base NATO attualmente in dismissione.primo maggio 5
Oggi la vicenda di Città della Scienza e della sua ricostruzione ci dice che quella realtà oscilla tra un’esperienza potenzialmente positiva per un piano di rilancio basato sulle istanze e sui bisogni sociali sul piano dell’innovazione e dello sviluppo, e un’ambigua compatibilità invece col mantenimento dello status quo del mancato sviluppo dell’area, delle speculazioni e degli abusi, fungendo da “oasi” e immacolata concezione della gestione privatistica e clientelare che ha caratterizzato la politica del centro-sinistra Bassoliniano sulla vicenda di Bagnoli dagli anni ’90. Ambiguità che in primis i lavoratori dovrebbero preoccuparsi di sciogliere se non vogliono essere ritenuti complici del disastro che attorno a loro, geograficamente e socialmente, si è prodotto.

Che la voce di chi subisce quotidianamente il dramma dello sfruttamento, della precarietà, della disoccupazione, gli effetti della malapolitica – devastazione ambientale, corruzione, assenza di prospettive – dava fastidio alle rituali celebrazioni del Primo Maggio lo si era capito già dal primo pomeriggio, con un quartiere totalmente militarizzato.
Una blindatura assolutamente fuori luogo a fronte di una manifestazione pacifica che nasceva con l’intento primario di comunicare col quartiere e di far prendere parola i soggetti che realmente subiscono la crisi.
Oltre 500 persone hanno attraversato in corteo le strade di Bagnoli: studenti, precari, lavoratori in cassa integrazione, disoccupati, attivisti dei comitati cittadini e degli spazi sociali, cittadini del quartiere e da tutta la città. 
Una manifestazione fin dall’inizio fuori dal coro rituale e un po’ sbiadito dei festeggiamenti del Primo Maggio, non a caso a Bagnoli, luogo simbolo delle contraddizioni che attraversano il paese, territorio da decenni vittima del disastro politico, ambientale e sociale.
“Bonifichiamo Bagnoli – Chi ha inquinato deve pagare” così recitava infatti lo striscione di apertura: uno slogan, ma anche un principio, sul quale si sta costituendo da due settimane un Comitato cittadino di lotta per la bonifica, con l’obbiettivo di costituirsi come parte civile nel processo (come ha fatto il Comune di Napoli ma dalla parte dei cittadini), di mandare a casa i responsabili del disastro di Bagnoli, costringendoli a risarcire il quartiere, di riappropriarsi degli spazi sociali e dei processi democratici, di istituire un centro di monitoraggio sanitario che faccia luce sul rapporto tra inquinamento e incidenza tumorale, un osservatorio popolare di vigilanza democratica sulla bonifica.
Bonifica che Bagnoli aspetta da vent’anni, e che non è mai stata compiuta nonostante i fiumi di denaro pubblico che la Bagnoli Futura – società di trasformazione urbana a partecipazione pubblica – ha gestito drenandoli verso ben altri canali: basta vedere gli stipendi dei suoi dirigenti e consulenti.

Le bugie, i veleni, e le reazioni di coloro che oggi rifiutano di ascoltare chi lotta e partecipa, e prova a immaginare e costruire dal basso una città diversa dallo schifo che vediamo, sono un argine ben più pesante delle transenne divelte oggi davanti al palco di Città della Scienza.
Consapevoli o inconsapevoli essi sono complici del disastro a Bagnoli, come sono, volenti o nolenti, corresponsabili del dramma della precarietà, dei licenziamenti, della disoccupazione, della disperazione sociale, e del nuovo autoritarismo lavorativo, che nella crisi sotto la spinta dei governi dell’austerity si sono abbattuti sulle spalle dei più poveri. Que se vayan todos!
Loro possono auto-blindarsi se lo vogliono, ma la dignità e la lotta di chi prova a trasformare il presente e a riprendersi il futuro non può essere rinchiusa dentro alcun recinto o rituale!

VIDEO  riassunto video su FanPage che racconta la verità sulle contestazioni ai sindacati a Città della Scienza CLICCA QUI

VIDEO  prima degli scontri, il corteo del Primo Maggio delle realtà autorganizzate a Bagnoli in un video sul Corriere del Mezzogiorno  CLICCA QUI

GIOVEDì 2 MAGGIO, ALLE 11.00, ALLA ZONA PEDONALE DI VIALE CAMPI FLEGREI (adiac. staz. Cumana Bagnoli): CONFERENZA STAMPA DEL PRIMO MAGGIO DI BAGNOLI

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Siamo ancora in Bancarotta

SIAMO ANCORA IN BANCAROTTA

Dopo il sequestro disposto dalla magistratura sulle aree Ex Italsider, Eternit e sulla colmata a mare di via Coroglio, la comunità di Bancarotta è entrata in mobilitazione permanente, nonostante l’impedimento dei sigilli a proseguire le attività all’interno del nostro spazio sociale occupato e liberato dal 2 giugno 2012 in via Coroglio.

539746_248775131929507_908180927_nDopo aver fatto incessantemente assemblee, presidi, incontri con i cittadini del quartiere e con i lavoratori, dopo l’occupazione della X municipalità, il colloquio con il sindaco De Magistris, dopo aver lanciato la settimana della rabbia di Bagnoli, con il sequestro popolare di Bagnoli Futura, il corteo e l’assedio alla Porta del Parco, dopo il presidio al Consiglio Comunale speciale su Bagnoli, e l’assemblea popolare di sabato 21 aprile, conclusa con la costituzione di un comitato cittadino di lotta per la bonifica, possiamo dire che siamo riusciti nel nostro obbiettivo: rimettere in moto un percorso di partecipazione e di lotta sul quartiere, troppo spesso delegato alle esperienze autorganizzate dei tanti collettivi e associazioni che da anni fioriscono su questo territorio, nel tentativo di costruire un fronte di lotta, guardando a cosa è avvenuto all’Ilva di Taranto o in Val di Susa con il movimento No Tav, sulla base di un principio semplice e forte: chi ha inquinato deve pagare!

Nel frattempo abbiamo continuato a portare avanti le nostre attività come sappiamo fare, per strada, tra la gente, organizzando i laboratori, i corsi, le esibizioni, le serate musicali nei tanti luoghi pubblici, spesso inutilizzati (o utilizzati male), del nostro quartiere, dalla municipalità stessa alla zona pedonale, dalla Piazza a Mare, ai marciapiedi e ai muri. Abbiamo chiesto da subito all’amministrazione comunale di riconoscere la legittimità e il valore del nostro percorso sociale e culturale, e dunque di trovare assieme a noi soluzioni alternative per garantirne lo svolgimento in altri spazi adeguati; fin’ora ottenendo solo disponibilità, ma non risposte concrete.

Il sequestro della magistratura, per quanto con anni di ritardo e fotografando parzialmente una situazione già nota e attestata dall’esperienza rispetto alla devastazione ambientale, alle truffe e alla mancata bonifica, dà ragione e forza a chi da anni denunciava tutto questo, anche se paradossalmente, nel caso di Bancarotta, ricade pesantemente proprio sulla sostenibilità stessa di quella comunità organizzata attorno al suo spazio sociale.

Nel frattempo però continuano a non esserci chiare molte cose:

  • Quali suoli sono stati posti sotto sequestro e quali non? E con quali criteri? Perchè le attività che insistono a pochi metri dai terreni inquinati (come i vari arenili sul litorale di Coroglio o gli stessi uffici della Bagnoli Futura e la Porta del Parco) continuano a funzionare?

  • Come mai, accanto alle responsabilità penali, non vengono indicate le responsabilità politiche del disastro di Bagnoli?

  • Qual è il senso di quanto disposto dalla magistratura in merito alla bonifica di fronte alla situazione finanziaria (disastrosa) di Bagnoli Futura e dell’assenza di un progetto chiaro su Bagnoli da parte dell’amministrazione comunale?

  • La magistratura intende tenere conto degli interessi speculativi che ancora si muovono sulla riqualificazione dell’area ovest di Napoli dentro e oltre l’area Ex Italsider e il ruolo che essi svolgono in merito alle vicende dell’inchiesta, ma anche della battaglia per la spiaggia pubblica, della vicenda dell’incendio di Città della Scienza, della crisi del complesso Zoo/Edenlandia, della Mostra d’Oltremare, e della dismissione della base Nato?

Questi ed altri interrogativi ci accompagnano, coscienti di poter trovare le risposte e fare chiarezza e giustizia solo attraverso la mobilitazione popolare e la partecipazione. Per fare questo chiediamo il sostegno e la vicinanza dei tanti che ci hanno attraversato e conosciuto. Pronti a riprenderci il nostro spazio vitale, determinati a prenderci tutto!

Bancarotta Bagnoli

FB Bancarotta

BLOG https://bancarottabagnoli.wordpress.com/

E-MAIL bancarotta.bagnoli@gmail.com

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Assemblea pubblica verso il 19 aprile || Oltre l’ingovernabilità istituzionale: costruiamo l’ingovernabilità sociale. Que se vayan todos!

In tutta Italia va crescendo la costruzione di una giornata di lotta contro la precarietà per la conquista di reddito e per la liberazione delle nostre vite dall’austerità, dalla miseria e della crisi. Questa giornata sarà venerdì 19 aprile. Un primo momento per lanciare una mobilitazione nazionale.

Evento FB: https://www.facebook.com/events/528021080573667/

Assemblea pubblica verso il 19 aprile || Oltre l'ingovernabilità istituzionale: costruiamo l'ingovernabilità sociale. Que se vayan todos!

Assemblea pubblica verso il 19 aprile || Oltre l’ingovernabilità istituzionale: costruiamo l’ingovernabilità sociale. Que se vayan todos!

Per la costruzione della giornata di lotta in Campania e della mobilitazione nazionale,
Assemblea pubblica
Lunedì 8 aprile ore 17
Aula Matteo Ripa (Palazzo Giusso/Orientale)

Precar*, student* e disoccupat* campan* per il reddito verso il 19 aprile

 

 

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8 aprile 2013 · 08:33

Trasporto pubblico al collasso finanziario: ma i dirigenti prendono stipendi d’oro e aumentano i costi dei biglietti!

| Murolo Francesco – dirigente SEPSA >> 167.957,00 €
| Sposito Pasquale – dirigente MCNE >> 157.615,00 €
| Accetta Ciro – dirigente consorzio EAV >> 183.400,00 €

ECCO quanto guadagnano ogni anno i dirigenti delle società del trasporto pubblico in Campania.
Si va dai “soli” 73mila euro annui di Giovanni Minervini di Eav ai 185mila di Arturo Borrelli, direttore operativo di Vesuviana. Per un totale di oltre 3,2 milioni di euro, per i 27 super manager delle società del trasporto pubblico. (fonte: http://www.inchiestanapoli.it/articolo/trasporti-campania-ecco-gli-stipendi-dei-magnifici-27 )

Stipendi dei dirigenti delle società del trasporto pubblico locale nel 2012

Stipendi dei dirigenti delle società del trasporto pubblico locale nel 2012

Nel frattempo centinaia di migliaia di pendolari ogni giorno subiscono disservizi, ritardi, cancellazioni, e viaggi della speranza.
Un’area metropolitana come Napoli che ancora non ha una rete di trasporto distribuita in modo efficiente da un punto di vista geografico, con intere aree isolate, e temporale, con alcune fasce orarie in cui ci si può spostare solo in auto, alla faccia della ZTL.

A fronte di tutto ciò continuano ad AUMENTARE LE TARIFFE dei biglietti: previsto il 1 aprile il rincaro dell’Unico Campania (fonte: http://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/campania_trasporti_aumenta_unico/notizie/261096.shtml ). Continua a leggere

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