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II Assemblea Popolare – sblocchiamo NOI Bagnoli – X Municipalità

Dopo la grandissima partecipazione alla prima assemblea popolare e ai tavoli di lavoro, secondo appuntamento per proseguire in assemblea l’organizzazione della mobilitazione e le proposte dei tavoli tematici.

APPUNTAMENTO SABATO 24 DALLE ORE 9:00
ALL’INTERNO DEL PARLAMENTO DELLA X MUNICIPALITA’
IL COMMISSARIAMENTO SARA’ POPOLARE!

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Dopo il corteo del 30 Settembre e la prima Assemblea popolare a Villa Medusa di Sabato 10, per decidere sul futuro dell’area e per mettere al centro i bisogni di chi vive la città e i territori, ogni due settimane di Sabato ci incontreremo per discutere e decidere sul nostro futuro, non staremo più a guardare aspettando che il politico o lo speculatore di turno vengano a prendere le decisioni in base ai loro bisogni.

Mettere d’avanti le necessità degli abitanti del quartiere partendo dai problemi che giorno per giorno siamo costretti ad affrontare.

Abbiamo già individuato alcuni nodi centrali da affrontare per poter iniziare la discussione e dividerci in tavoli: l’annosa questione dei trasporti legata alla gestione della sepsa, la problematica relativa alla mancanza di edifici scoalstici e di una scarsa possibilità di lavoro per gli studenti, la questione disoccupazione che tiene in scacco numerosi cittadini costringedoli ad emigrare, le problematiche legate alla movida senza controlli…

Queste sono sole alcune delle questioni che ci preme discutere ma sicuramente altre ne verranno fuori durante il dibattito.

PARTECIPA PER DECIDERE SUL FUTURO DEL TUO QUARTIERE

BASTA LAMENTARSI!
LIBERIAMO BAGNOLI!
SBLOCCHIAMO NOI BAGNOLI
DECIDIAMO NOI SUL NOSTRO TERRITORIO!

Dopo che negli ultimi mesi Renzi ha giocato sul nome del commissario, sembra essere ufficiale che la nomina verrà data a Nastasi, volto in apparenza nuovo ed estremamente pulito.

Personaggetto perfetto per chi vuole mascherare operazioni ben più contorte e pericolose, quale l’individuazione del soggetto attuatore privato che con l’articolo 33 della legge ‘Sblocca Italia’ andrà avanti con provvedimenti mirati a mettere il destino di un’area di oltre 250 ettari in mano alla speculazione edilizia, agli interessi privati dei vari Caltagirone e Fintecna e alla trasformazione del principio “chi inquina paga” in “chi inquina viene ripagato”.

Vogliamo veramente lasciare in mano al partito che attualmente sta governando l’Italia e alle stesse società e soggetti responsabili di questo disastro ancora una volta la possibilità di decidere sul futuro del nostro territorio?

Pensi davvero che siano loro a “sbloccare” Bagnoli?

Per un reale ripristino, progresso e riqualificazione delle aree ex-Italsider, cosi come l’area Ex-Nato, l’alternativa a questo disastro non può che provenire da noi, l’inversione di rotta non può che partire da chi Bagnoli la vive e la soffre.

CHI HA INQUINATO DEVE PAGARE:
Bonifiche reali e sotto controllo popolare
Lavoro stabile e sicuro
Spiaggia pubblica
Servizi e spazi sociali

UN’ALTRA BAGNOLI E’ POSSIBILE
CHI HA INQUINATO DEVE PAGARE
IL COMMISSARIAMENTO SARA’ POPOLARE
BONIFICA, LAVORO, SERVIZI, SPIAGGIA, SPAZI SOCIALI

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Strappiamo il Lido Pola alla speculazione e restituiamolo alla città! Il voto in consiglio comunale…

In questo periodo verrà discussa in consiglio comunale la delibera per l’acquisizione dell’ex Lido Pola – uno stabile di proprietà demaniale abbandonato da oltre 10 anni, e ridotto per molto tempo ad una discarica abusiva, costruito sulla Spiaggia di coroglio negli anni ’50 e divenuto col tempo un punto di riferimento per la socialità del territorio e della città – e di un pacchetto di altri beni del patrimonio pubblico demaniale. Un passaggio fondamentale per bloccare i processi di svendita e speculazione su tali beni, sottrarli all’abbandono e agli abusi, ma un passaggio ancora insufficiente se non viene interpretato come la condizione per restituire effettivamente questi beni alla città, attivando processi di riprogettazione partecipata dell’uso di questi spazi che rispondano ai bisogni sociali che dai territori e dai conflitti sociali si esprimono e si sviluppano.DSC_0245
Da più di un anno il Lido Pola é oggetto di una bonifica, sociale ed ambientale, ad opera della comunità di bancarotta e degli abitanti del territorio che si oppongono alle politiche di svendita, privatizzazione e cementificazione del patrimonio pubblico e naturale dell’ area occidentale della città di Napoli.
Una bonifica “dal basso” cominciata con l’occupazione e proseguita con l’autogestione e l’autorecupero dello spazio. Un’operazione che ha incontrato non pochi ostacoli e difficoltà, e anche qualche nemico: come gli ex concessionari privati, che dopo anni di abbandono, poche ore dopo l’occupazione dello stabile, si sono ricordati di quel luogo tanto meraviglioso quanto distrutto, per rivendicarne i diritti in nome della sua messa a reddito, per conto di un contenzioso giudiziario con l’Agenzia del Demanio.
Noi come collettivo di Bancarotta 2.0 abbiamo protestato sia nei confronti del Demanio, che chiamando in causa il Comune di Napoli, affinchè si impedisse che dopo anni di abbandono e degrado – mal sopportato anche dagli abitanti del quartiere di Coroglio – la struttura finisse di nuovo nelle mani dei privati, aggiungendo un altro tassello alla privatizzazione e alla messa a profitto del litorale Coroglio-Bagnoli: uno scempio di commercializzazione selvaggia che gli abitanti hanno dovuto subire in questi anni, accanto alla mancata bonifica e al disastro delle politiche di riqualificazione dell’area post-industriale.
Abbiamo subito per questo prima minacce e intimidazioni, poi anche le denunce. E ancora oggi serpeggia, anche in ambito istituzionale, nel consiglio comunale, la volontà di bloccare questo processo sbandierando una presunta legalità vuota e arrogante, ma di fatto coprendo gli interessi della speculazione privata e dei veri “abusivi” di questa città! Lo sappiamo e non ci spaventa, anzi ci dà ancora più coraggio e determinazione nel proseguire il percorso.

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La struttura del Lido Pola, rimasta per anni fatiscente e abbandonata, oggi rivive con decine di attività – concerti, proiezioni, assemblee, laboratori, corsi, reading, spettacoli teatrali, mostre, dibattiti, cineforum – completamente autogestite, grazie alla fatica e alla determinazione di una comunità che lo anima.
Attraverso lenti ma inesorabili interventi di manutenzione questa stessa comunità procede da un anno e mezzo all’autorecupero della struttura, per restituirla pezzo dopo pezzo all’uso comunitario.

Riteniamo, oggi come all’indomani dell’occupazione, un passaggio fondamentale l’acquisizione dell’ex Lido Pola nel patrimonio pubblico da parte del Comune di Napoli per sottrarlo alla speculazione in atto e dare una risposta agli abitanti del quartiere che dia la possibilità di immaginare e praticare uno sviluppo alternativo e sostenibile delle risorse del territorio, a partire dalla bonifica dei suoli e del mare , la realizzazione della spiaggia pubblica come richiesto dal referendum cittadino promosso dal comitato una spiaggia per tutti , del grande parco urbano. Un passaggio – lo ripetiamo – fondamentale ma non sufficiente.
Per noi questa è la condizione per avviare – assieme alla comunità di Bancarotta 2.0 e del Lido Pola, agli abitanti del borgo di Coroglio, dei quartieri di Bagnoli, Fuorigrotta e Cavalleggeri, e al tessuto associativo culturale e di movimento sul territorio – una effettiva riprogettazione partecipata dello spazio e del suo uso comune, a partire dai bisogni sociali e dalle lotte che questo territorio esprime.

L’acquisizione del Lido Pola e degli altri beni demaniali rappresenterebbe quindi un primo importante risultato non solo per la nostra comunità, ma per quanti condividono un’idea di città fuori dalle logiche del profitto e della rendita, della speculazione, della cementificazione, e che vogliono contrastare il degrado, la povertà, l’emarginazione e la distruzione del welfare, con la lotta e la conquista di spazi sociali. Un processo di crescita che si nutre dei conflitti, che stanno fuori dal perimetro istituzionale, e che senza necessariamente pontificare di beni comuni e partecipazione, sperimenta qui ed ora la riappropriazione sociale di spazi e tempi di vita.

Vogliamo dunque porre l’attenzione e vigilare sull’acquisizione nel patrimonio comunale del Lido Pola e delle altre strutture e, insieme, mobilitarci per attivare percorsi di partecipazione e di lotta per restituirli alla città, attraverso modelli di riprogettazione partecipata e attraverso tutte le sperimentazioni creative e organizzate che le lotte saranno in grado di produrre in città.

Bancarotta 2.0 – Lido Pola liberato

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Il governo ‪#‎Renzi‬ fugge da Bagnoli, i movimenti si riprendono la piazza!

Il governo ‪#‎Renzi‬ fugge da Bagnoli, i movimenti si riprendono la piazza!

Una grande assemblea popolare proprio nel cuore di Bagnoli ha rilanciato la manifestazione del 7 novembre contro lo Sblocca Italia. Studenti, disoccupati, comitati del territorio e movimenti si sono dati appuntamento in tantissimi nonostante la pioggia e alla presenza del Sindaco De Magistris che ha dichiarato: «Siccome considero quello del Presidente del Consiglio un tradimento istituzionale, se non ci sarà il ritiro della norma su Bagnoli entro l’11 novembre, che è la data di conversione, noi non ci sentiamo più vincolati formalmente a quella firma e allora come sindaco di Napoli ritiro la firma che è stata messa a Città della scienza il 14 agosto». De Magistris dunque si schiera con le ragioni della protesta e si assume l’impegno di contrastare il decreto Sblocca Italia, in quanto incostituzionale e deleterio, incassando anche le critiche dai comitati e dai cittadini per non aver saputo interpretare nella sua esperienza al governo della città le istanze e le rivendicazioni che da anni essi portano avanti.

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Nel frattempo la mobilitazione in vista del 7 novembre a Bagnoli ha assunto ormai rilevanza nazionale. Alle decine di adesioni da tutta la Campania si sommano quelle di comitati e movimenti da altre regioni, da cui ci si aspettano anche pullman e delegazioni. Questo deve aver spaventato il governo che fa sapere che la visita a Bagnoli è rinviata. Il premier Renzi non sarà dunque a Bagnoli il 7 novembre, la manifestazione invece si farà. Un dato significativo: piuttosto che “confrontarsi” con la mobilitazione dei comitati e dei movimenti sociali il governo sceglie la latitanza. Dopo le vergognose cariche agli operai AST di Terni a Roma e quelle fuori al congresso di Confindustria a Brescia, il consenso patinato di questo governo comincia a scricchiolare in tutta la sua fragilità proprio sui capisaldi dell’iniziativa legislativa: il decreto Sblocca Italia, e il Job’s Act.

I comitati ribadiscono l’appello a scendere in piazza a Bagnoli e a sostenere in tutte le città la mobilitazione contro lo Sblocca Italia, confermando che la manifestazione si farà e annunciando che il corteo punterà ad arrivare comunque a Città della Scienza, dove avrebbe dovuto tenersi la visita del governo. Dunque la manifestazione si prenderà proprio lo spazio che era riservato alla visita di Renzi. Proprio per sottolineare l’inconsistenza di questo governo e la legittima pretesa dei cittadini a essere protagonisti dello spazio pubblico anche a livello decisionale.

Intanto perfino sul versante istituzionale il Decreto Sblocca-Italia sta incontrando ostacoli: come in Basilicata anche al Consiglio Regionale della Campania si discute se impugnare o meno i provvedimenti contenuti nel decreto.
Proprio domani è prevista la votazione di un ordine del giorno a riguardo, e i comitati annunciano che si faranno vivi per evitare strumentalizzazioni e inchiodare le istituzioni regionali alle ragioni dell’opposizione sociale al decreto: non ci si accontenta dunque di un contrasto formale e di facciata.

La manifestazione di venerdì 7 novembre partirà alle ore 9.30 da Piazzale Tecchio e arriverà fino a Città della Scienza. Nel pomeriggio, alle 16.00, ci sarà poi un’assemblea conclusiva al Politecnico d’Ingegneria Federico II per rilanciare la mobilitazione nazionale contro il decreto Sblocca-Italia mettendo in rete tutte le realtà di lotta che dalla Valsusa a Niscemi passando per Bagnoli si oppongono a grandi opere inutili, trivellazioni, cementificazioni, privatizzazioni, speculazioni, all’inquinamento e alla devastazione dei territori, calate sulla testa dei cittadini in nome del profitto e del malaffare con l’obiettivo di unire le lotte ambientali con quelle sociali contro sfruttamento, disoccupazione, precarietà e licenziamenti. Non solo opposizione dunque ma una proposta politica che metta al centro temi come il lavoro, l’ambiente e la democrazia a partire dai territori.
Per questo il 7 novembre anche se Renzi rimane a casa, noi saremo comunque in piazza a Bagnoli per fermare lo Sblocca-Italia, e rilanciamo la mobilitazione già a partire dallo sciopero del prossimo 14 novembre.

Comitati, cittadini e movimenti sociali contro il decreto Sblocca Italia verso la mobilitazione del 7 novembre a ‪#‎Bagnoli‬
‪#‎7nov‬ ‪#‎NoSbloccaItalia‬

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Da Zero81.org: #Napoli sotto attacco nella partita decisiva tra l’Europa neoliberale e l’Italietta delle grandi opere bloccate

Pubblichiamo di seguito un articolo sulla fase politica in città da Zero81.org

#Napoli sotto attacco nella partita decisiva tra l’Europa neoliberale e l’Italietta delle grandi opere bloccate

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Sotto attacco dell’idiozia
L’omicidio di Davide Bifolco, quello di Ciro Esposito, la cronaca, la sociologia, le inchieste televisive sul caffè e la pizza; il commissariamento di Bagnoli, la sospensione di De Magistris, la criminalizzazione dei movimenti sociali, dai disoccupati agli studenti passando per gli spazi sociali, la retorica sulla legalità; gli editoriali del Corriere del Mezzogiorno, de Il Mattino. Uniamo i puntini, leggiamo il disegno: Napoli, la nostra città, è sotto attacco.
Non si tratta di un complotto, ma di una scomposta strategia di restaurazione. I protagonisti sono noti: i poteri forti, i costruttori, i gruppi editoriali, le fondazioni, i baronati accademici, le lobby delle discariche e degli inceneritori, le associazioni di categorie del commercio e dell’industria, i partiti politici – il PD, Bassolino e il vecchio “carrozzone” del centrosinistra campano, e le destre, da un lato quelle in giacca e cravatta, istituzionali, dirigenziali e di governo, e le “destre sociali”, i fascisti, i mazzieri, la mano manovrata e corrotta del potere costituito, dall’altro –, infine “l’armata dei sonnambuli”: quella massa di cittadini delusi, disorientati, vittime della loro stessa condizione e delle passioni tristi che si porta dietro.
In questo scenario prendono posto gli opportunismi di sorta: pezzi di ceto politico in cerca di ricollocazione e di riciclaggio, blocchi sociali organizzati attraverso le vecchie strategie dei privilegi, delle promesse dei “posti di lavoro”, delle “corsie preferenziali”.
Di fronte a tutto ciò sarebbe troppo stupido o troppo pavido, non dare una chiave di lettura, prendendo posizione ed assumendosene la responsabilità.

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Contro Renzi e lo Sblocca-Italia: un appello a scendere in piazza il #7nov

21 OTTOBRE h17:00 ALL’EX-ASILO FILANGIERI

Assemblea pubblica
IL 7 NOVEMBRE TUTTI A BAGNOLI CONTRO
“SBROCCAITALIA” E LE POLITICHE DEL GOVERNO RENZI

IL 7 NOVEMBRE RENZI VERRA’ A BAGNOLI PER CELEBRARE LA PRIMA APPLICAZIONE DI UN PROVVEDIMENTO ULTRALIBERISTA ED AUTORITARIO CHE DEVASTA I TERRITORI E LA DEMOCRAZIA!

QUEL GIORNO BAGNOLI DEVE ESSERE IL CENTRO PER UNA PROTESTA GENERALE E NAZIONALE CHE AFFOSSI QUESTO DECRETO ED UNIFICHI LE LOTTE SOCIALI E AMBIENTALI CONTRO IL GOVERNO RENZI!

Facciamo appello a tutte le realtà organizzate, collettivi, comitati territoriali e di lotta, associazioni e singoli a partecipare a questa assemblea pubblica per contribuire nella costruzione degli appuntamenti
verso la mobilitazione del 7 Novembre a Bagnoli

Renzi non stare sereno: statt a cas!

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Occupato il cantiere di Corporea a Città della Scienza – Renzi & co. “Stateve ‘a casa”: stop speculazione e privatizzazioni a Bagnoli

COMUNICATO STAMPA

Occupato il cantiere di Corporea a Città della Scienza – Renzi & co. “Stateve ‘a casa”: stop speculazione e privatizzazioni a Bagnoli

Stamattina alcune decine di attivisti del comitato “Una spiaggia per tutti” hanno occupato per alcune ore le impalcature del cantiere del museo Corporea a Città della Scienza in via Coroglio, mentre un presidio volantinava e megafonava lungo la strada; la manifestazione intendeva protestare contro la firma dell’accordo di programma per la ricostruzione di Città della Scienza, prevista per domattina in occasione della visita a Napoli del premier Renzi. “Non si può ricostruire sull’area destinata a spiaggia pubblica” dicono Massimo Di Dato dell’Assise per Bagnoli e Domenico di Bancarotta, “Città della Scienza va trasferita come prescrivono le leggi, i piani urbanistici e la delibera firmata da 13mila napoletani ed approvata due anni fa dal consiglio comunale”. Il comitato contesta anche le modalità della firma, che avviene a Ferragosto “senza una discussione in consiglio, che la giunta ci ha rifiutato”. Ed accusano: “a fronte di nessuna garanzia sulla bonifica, si regalano 40 milioni di euro alla fondazione Idis, senza aver chiarito gli obiettivi dell’incendio e senza che Città della Scienza abbia certificato la bonifica delle sue aree”. La firma di Renzi “ è un’operazione di facciata per mascherare la prossima speculazione su Bagnoli, con la modifica del piano urbanistico e l’ingresso di Fintecna nell’affare, senza trasparenza e controllo democratico sui processi”.

STOP SPECULAZIONE E PRIVATIZZAZIONI A BAGNOLI!!!

Fermiamo ‪#‎Renzi‬ e i privati al saccheggio di ‪#‎Bagnoli‬!

‪#‎spiaggiapubblica‬ ‪#‎bonifica‬ ‪#‎salute‬ ‪#‎dignità‬

‪#‎13A‬ ‪#‎Napoli‬ Aspettando #Renzi

 

 

Di seguito il testo dell’appello presentato in Consiglio Comunale il 7 agosto 2014 durante un blitz dei movimenti:

IL 14 AGOSTO SI FIRMA UN ACCORDO CONTRO LA CITTA’ !

FERMIAMO LA SPECULAZIONE SULL’AREA DI BAGNOLI !

Il Presidente del Consiglio Renzi sarà a Napoli il 14 agosto per firmare con Regione, Provincia, Comune e fondazione Idis gli accordi su Bagnoli: lo annunciano i giornali e la Giunta comunale, che spaccia questo evento come la grande occasione per rilanciare la riqualificazione dell’area.

In realtà con questa firma si consumerà una truffa a danno dei cittadini, affossando il recupero integrale del litorale di Bagnoli alla pubblica balneazione. Sarà infatti autorizzata la ricostruzione di Città della Scienza sull’area destinata a spiaggia pubblica, in violazione di piani urbanistici, leggi dello Stato e vincoli sul paesaggio, nonchè della delibera d’iniziativa popolare sottoscritta da oltre 13mila napoletani ed approvata due anni fa dal Consiglio comunale. Il Governo, mentre lesina i fondi per la bonifica di Bagnoli, non esita insieme alla Regione a finanziare la ricostruzione di Città della Scienza con oltre 40 mln di euro, foraggiando quella fondazione Idis che da vent’anni vive di abbondanti sovvenzioni pubbliche; e questo mentre l’indagine giudiziaria in corso sull’incendio di due anni fa ipotizza scenari inquietanti sulla cosiddetta “pista interna”, che vedrebbe coinvolto personale di Città della Scienza.

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Danneggiamenti e intimidazioni all’ex banca sotto sequestro: liberiamo Bancarotta dalla (in)custodia giudiziaria.

COMUNICATO: Danneggiamenti e intimidazioni all’ex banca sotto sequestro: liberiamo Bancarotta dalla (in)custodia giudiziaria.

 

Da realtà che si batte per la riqualificazione dal basso degli spazi abbandonati al degrado, sia dal pubblico che dal privato, non abbiamo mai smesso di vigilare sullo stato dell’arte della struttura di Bancarotta, anche durante il sequestro della magistratura.

Il Primo Maggio scorso, assieme a centinaia di cittadini, dopo il corteo che ha attraversato Fuorigrotta, Cavalleggeri e Bagnoli, abbiamo riaperto simbolicamente quello spazio per ribadire chiaramente che quei sigilli sono ormai una farsa.

Il corteo del Primo maggio riapre simbolicamente Bancarotta

Il corteo del Primo maggio riapre simbolicamente Bancarotta

 

Per tanti motivi: perchè la Bagnoli Futura SpA ha potuto continuare, nonostante il sequestro e le indagini a carico dei suoi ex dirigenti per Truffa e Disastro Ambientale, le sue attività; perchè il sequestro non ha condotto fin’ora a fare luce sul reale stato dell’arte dell’inquinamento dei suoli e sulle responsabilità sulla mancata bonifica; perchè tale sequestro ha finito per salvaguardare le botteghe delle cricche speculative che insistono sul litorale senza far luce su un evidente disegno criminale di messa in discussione dei vincoli urbanistici e ambientali previsti dagli strumenti di piano; perchè un sequestro in questi termini è inutile, dispendioso e finisce col favorire gli stessi interessi criminali che dovrebbe sanzionare, colpendo invece chi dal basso denuncia e prova a praticare un’altra strada per la riqualificazione dal basso del territorio. E potremmo continuare a lungo, come non abbiamo mai mancato di fare nelle decine di iniziative di denuncia, di sensibilizzazione e di lotta che assieme ad altri abbiamo promosso e costruito in questi anni.

Il Primo maggio, con la riapertura simbolica dello spazio avvenuta da parte di un intero corteo, abbiamo lanciato un appello affinchè i sigilli non condannassero quello spazio, che è una risorsa per tutto il quartiere, all’abbandono e al degrado da cui l’avevamo tirato fuori, chiamando in causa l’amministrazione comunale, e la stessa magistratura (che ad oggi ancora non ha rimosso la custodia giudiziaria del sequestro alla Bagnoli Futura Spa), le quali sono però rimaste sorde. Oggi succede ciò che avevamo ravvisato.

 

Sabato 28 giugno ci preparavamo a costruire un’iniziativa pubblica assieme al Comitato Una Spiaggia per Tutti e ai movimenti che si battono per la spiaggia pubblica. L’ultima di quattro iniziative dedicate al diritto al mare e alle spiagge di Napoli.

Su via Coroglio, transitando come al solito e gettando un’occhiata all’interno della struttura di Bancarotta, ci sembra di notare qualcosa che non quadra: il cancello sembra essere socchiuso.

Murale realizzato per l'iniziativa di Una spiaggia per tutti di fronte a Bancarotta

Murale realizzato per l’iniziativa di Una spiaggia per tutti di fronte a Bancarotta

Durante la realizzazione di un murale in via Coroglio transitavamo vicino Bancarotta, e siamo dunque andati a vedere da vicino cos’era successo: il cancello principale mancava del catenaccio e mostrava evidenti segni di forzatura, lo spesso vetro antiproiettile della parte inferiore sinistra della porta d’ingresso era ridotto in frantumi e la restante parte destra delle vetrate riportava la scritta “Morte”, dipinta dall’interno perché fosse leggibile all’esterno. Tutt’intorno tracce di vernice e segni di vandalizzazione. Non siamo riusciti a vedere cos’era successo all’interno ma possiamo immaginare benissimo il peggio. Abbiamo segnalato questo fatto agli agenti di polizia facendogli notare che invece di marcare a uomo un’iniziativa pubblica, come si trattasse di un coacervo di criminali, avrebbero fatto meglio il loro dovere andando ad accertare quest’infamia. Ovviamente le solite risposte: “faremo rapporto..” “provvederemo per quel che ci compete”.

Segni dei danneggiamenti visibili a malapena dall'esterno

Segni dei danneggiamenti visibili a malapena dall’esterno

Alcune attiviste del Comitato si sono recate dunque al commissariato per fare una segnalazione ufficiale, preoccupate dalla probabile inadempienza della segnalazione fatta sul posto, e soprattutto per cautela di fronte a quelle che sembrano delle vere e proprie minacce e intimidazioni, pur sapendo che nessuno si sente tutelato dalle forze dell’ordine a Bagnoli, che fanno comunella coi poteri forti e trattano come criminali chiunque chieda giustizia.

La verità è che questa infamia dell’atto vandalico ci ha lasciati arrabbiati e preoccupati. In merito alle scritte “morte” non è chiaro se si tratti di un atto minatorio o meno e in merito non siamo in grado di pronunciarci, non avendo elementi a sufficienza per individuare una presunta responsabilità.

Lampante, invece, è la negligenza e il pressapochismo assoluti con cui le autorità competenti hanno affrontato una situazione che a Bagnoli va avanti da oltre un anno: da quel famoso 11 aprile 2013, data in cui il collettivo di Bancarotta scelse di lasciare lo stabile prendendo atto delle disposizioni prese dalla Magistratura che sequestrò l’intera area ex Italsider in virtù delle indagini per truffa allo Stato e disastro ambientale sugli ex dirigenti della Bagnolifutura: l’unica realtà, lo ribadiamo, ad aver risentito di tali misure sembra esser stata la nostra. Gli altri (Bagnoli Futura Spa, gestori balneari, Città della Scienza, circolo Ilva) nonostante le circostanze (indagini, sequestri, abusi e controversie) hanno continuato a fare i loro comodi.

Quindi quali ulteriori effetti ha ottenuto il sequestro? uno spazio pubblico, che abbiamo liberato e curato personalmente per oltre dieci mesi perché fosse nuovamente utile e accessibile alla cittadinanza tutta, è ritornato all’incuria e al degrado a cui era stato sottratto. Nessun tipo di vigilanza è stata assicurata a un bene comune nonostante fosse e sia ancora sotto sequestro, per di più in maniera del tutto incongrua rispetto alle altre attività nelle vicinanze, ugualmente sequestrate ma comunque mai effettivamente interrottesi.

Del custode giudiziario, che dopo lo scioglimento della Bagnoli futura risulta un’entità puramente nominale, neanche l’ombra: pare così che una risorsa collettiva come quella che Bancarotta è stata debba vedersi condannata a essere oggetto di sciacallaggio e di vandalizzazione da parte di chiunque voglia.

 

A tutti – cittadini, attivisti, movimenti di Bagnoli, dell’area flegrea e di Napoli e non; istituzioni – amministrazione comunale, magistratura, forze dell’ordine; e a tutti coloro che hanno a cuore questa terra ci sentiamo perciò di dire alcune cose semplici.

Ci sentiamo di dire che attualmente su quello spazio non c’è alcuna custodia, né giudiziaria né di altro tipo, al di fuori dell’attenzione che una comunità di cittadini e di attivisti continua ad avere per la struttura.

Che le istituzioni – magistratura, forze dell’ordine, amministrazione comunale e bagnoli futura – si stanno assumendo la responsabilità di condannare al vandalismo e al degrado una struttura che era stata riqualificata e rifunzionalizzata con il lavoro autorganizzato di una comunità.

Che Bagnoli di fronte a tutto questo non può rimanere a guardare.

Liberiamo Bancarotta dalla (in)custodia giudiziaria!

 

Bancarotta 2.0 – Lido Pola liberato

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Stalking Asilo presenta “Bagnoli. Un incendio che dura da 20 anni”

Stalking Asilo, la trasmissione di approfondimento, inchiesta e dibattito prodotta da InsuTv in collaborazione con L’Ex Asilo Filangieri/La Balena, dedica un’intera puntata di approfondimento agli ultimi sviluppi dell’intricata e pesante vicenda del disastro ambientale di Bagnoli: l’incendio di Città della Scienza, le proteste, la mobilitazione cittadina a favore di una grande spiaggia pubblica sul litorale, focalizzando l’attenzione sulle contraddizioni, gli scenari e le prospettive della trasformazione urbana dell’area ovest di Napoli a partire dalle lotte che chiedono verità e giustizia, una bonifica vera e trasparente, e la fine delle speculazioni e degli abusi sul deserto post-industriale bagnolese. Attraverso interviste, immagini, dibattiti.

La puntata è disponibile sul sito di InsuTv:
http://www.insutv.it/stalkingasilo/2014/04/05-bagnoli-un-incendio-che-dura-da-ventanni/

STALKING Asilo #05
BAGNOLI.
un incendio che dura da 20 ‘anni
on line dal 09/04/2014

A un anno dall’attentato a città della scienza e dai sequestri a Bagnoli Futura, le politiche pubbliche su Bagnoli vivono in una specie di sussulto immobile. Non è emersa alcuna certezza sugli autori dell’attentato e sugli interessi dei mandanti, gli accordi sulla ricostruzione del Museo vedono lo scontro tra le posizioni della fondazione Idis e le rivendicazioni dei comitati civici, tra il Comune e la Regione, tra gli enti locali e il governo. Sullo sfondo resta la bonifica mai effettuata, il futuro dell’area e le mire del partito del mattone sui possibili cambiamenti al piano regolatore.

Attraverso le voci dell’ex assessore all’urbanistica Vezio De Lucia, autore della variante su Bagnoli, di Massimo Pica Ciamarra progettista di città della Scienza, di chi si batte per la spiaggia pubblica e per la bonifica del territorio, tutti i termini di una partita da cui non dipende solo il futuro di Bagnoli.

In studio commenti di Adriana Pollice, Emilio Gardini, Lorenzo (Lab. Bancarotta Bagnoli)

Live in studio Mc Mariotto feat. Dejà Vu e Geko (Flegrea Black Music)
hanno eseguito “Amianto e Fregatura”, “Terra Nostra” e “Trip ‘n’ Roll”

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#4Mar Cronaca di un (Dis)accordo

Le dichiarazioni dei politici e la stampa hanno in gran parte oscurato o travisato il senso di una giornata, che non è iniziata e finita dentro il perimetro di Città della Scienza. Vogliamo raccontare come abbiamo vissuto noi la giornata del 4 marzo.

#bonifica #salute #spiaggiapubblica

#bonifica #salute #spiaggiapubblica

Il 4 marzo, ad un anno esatto dall’incendio, a Città della Scienza tornano le sirene della ricostruzione in loco: politici, imprenditori e lobby si nascondono dietro il millantato prestigio della struttura per mettere una pietra tombale sulla realizzazione della spiaggia pubblica, chiesta da 14.000 cittadini napoletani, e per garantire l’ennesima grande operazione speculativa sul litorale bagnolese, in barba alla salute dei cittadini, ai piani urbanistici, alla tutela dell’ambiente e al buon senso. 64 milioni di € per ostinarsi a ricostruire Città della Scienza sulla spiaggia, laddove le scuole cadono a pezzi, mancano i servizi (chiudono scuole, ambulatori, trasporti etc.): l’ennesimo schiaffo ai bagnolesi e ai napoletani. Avevamo spiegato come la pensiamo, abbiamo raccontato la nostra su: Il movimento che vogliamo per Bagnoli

mobilitDopo assemblee e confronti con i comitati cittadini e i movimenti del territorio e della città, abbiamo indetto un presidio in Piazza Bagnoli.

MANIFESTO 4 marzo il Governo Renzi a Città della Scienza.. imprenditori e politici all'assalto di Bagnoli! Hanno sabotato la bonifica e privatizzato il litorale.. Ora vogliono svendersi Bagnoli. FERMIAMOLI!! Fuori Città della Scienza e gli speculatori dalla spiaggia! Strappiamo a Fintecna e Caltagirone le aree industriali dismesse! Vogliamo una vera bonifica, la spiaggia pubblica, il parco verde! CHI HA INQUINATO DEVE PAGARE!

MANIFESTO
4 marzo il Governo Renzi a Città della Scienza.. imprenditori e politici all’assalto di Bagnoli!
Hanno sabotato la bonifica e privatizzato il litorale.. Ora vogliono svendersi Bagnoli.
FERMIAMOLI!!
Fuori Città della Scienza e gli speculatori dalla spiaggia!
Strappiamo a Fintecna e Caltagirone le aree industriali dismesse!
Vogliamo una vera bonifica, la spiaggia pubblica, il parco verde!
CHI HA INQUINATO DEVE PAGARE!

Cronaca di un (DIS)accordo

  • 9.30: I manifestanti si raggruppano in piazza Bagnoli mentre a Città della Scienza si prepara l’apertura dei cancelli. Tanti gli striscioni che recitano i più disparati slogan; c’è anche un totem indiano fissato al centro della piazza, simbolo del carnevale di Bagnoli 2014.
    In piazza associazioni, comitati, delegazioni dei movimenti di lotta di Bagnoli e di tutta la città.
  • 10.15: Tutte le vie d’accesso alla piazza vengono bloccate, si susseguono interventi al megafono e volantinaggi per chiarire le motivazioni e le posizioni delle persone impegnate in piazza.
  • 12.00: Si decide di partire in corteo per le strade di Bagnoli, passando dall’area pedonale alle strade centrali del quartiere, dalla sede del PD di Bagnoli al mercatino coperto, distribuendo volantini e rilasciando interviste ai giornalisti di alcune testate online e cartacee della città.

il concentramento in p.za Bagnoli

il concentramento in p.za Bagnoli

un momento della manifestazione

un momento della manifestazione

  • 13.oo: Il corteo raggiunge Bagnoli Futura che alla vista dei manifestanti chiude il cancello di ingresso della struttura. Alcune persone riescono ad entrarvi sollevando gli striscioni che hanno caratterizzato il corteo lungo tutto il percorso: Bonifica, Salute e Spiaggia Pubblica.
  • 14.00: Si prova a ritornare a Piazza Bagnoli per concludere il corteo in maniera pacifica, ma le forze del disordine inspiegabilmente provano a fare muro tra i manifestanti e la piazza. Fallito il tentativo di bloccare il corteo, i manifestanti raggiungono finalmente la piazza di corsa per avanzare davanti le camionette poste a blocco della strada.
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la polizia in assetto antisommossa insegue il corteo su via Nuova Bagnoli

il corteo si ricompatta e ritorna in Piazza Bagnoli

il corteo si ricompatta e ritorna in Piazza Bagnoli

All’arrivo nella piazza il corteo si scioglie per ritrovarsi tutti alle ore 16:00 in assemblea al Lido Pola per decidere sul da farsi in vista dell’imminente incontro per la firma, previsto un’ora dopo.

  • 17.00: Si arriva davanti i cancelli di Città della Scienza, parte dei dimostranti riescono ad entrare per osservare la situazione all’interno scortati costantemente dal vigile occhio di alcuni “collaboratori” di Città della Scienza. Un altro gruppo invece attende all’esterno della struttura chiedendo di poter esprimere la propria idea ed esponendo alcuni striscioni di denuncia. Da notare il cospicuo schieramento di forze dell’ordine armate di scudi, caschi e manganelli pronte a disperdere la voce del dissenso perché non si rovini la passerella istituzionale del ministro Giannini e che tutto avvenga senza alcuna voce di dissenso. All’interno come all’esterno non mancano le provocazioni di alcuni individui – dipendenti di Città della Scienza, guardiani, agenti provocatori e imprenditori della zona – ai manifestanti.
  • 18.00: Constatando l’insistenza dei manifestanti i celerini in piazza decidono di cominciare ad intimidire un po’ la folla schierandosi e provando ad avanzare verso di essa. A passo lento arrivano persino a schiacciare contro il muro i manifestanti che inermi indietreggiavano, scatenando inutili tensioni, immotivatamente, in classico stile militare.

In generale, la  partecipazione del pubblico cittadino all’iniziativa di Città della Scienza è comunque stata un flop: la Sala Newton non era riempita che per metà; la gente, quella che è arrivata durante la giornata, è tutta fuori, in giro per la struttura, o già tornata verso casa. Ad animare i padiglioni sono rimasti soltanto i lavoratori di Città della Scienza e la polizia e gli agenti della Digos, impegnati questi ultimi esclusivamente nell’inutile militarizzazione dell’itera area.

la partecipazione in sala Newton

la partecipazione in sala Newton

Dopo le 19.30 arriva la notizia: l’accordo non è stato firmato. Le motivazioni non sono chiare: Regione e Fondazione Idis accusano il sindaco e la sua amministrazione di aver fatto saltare l’accordo vincolando la ricostruzione di Città della Scienza allo sblocco dei fondi per la bonifica del litorale; il vicesindaco Sodano sostiene che è stata invece la Regione a tirarsi indietro, e che i termini dell’accordo fossero già stati stabiliti settimane prima, comprendendo la bonifica.
Il governo, per bocca del Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, esprime la sua delusione; arrivano a valanga dichiarazioni di parlamentari e politici dei partiti di governo, addirittura della presidentessa della Camera Laura Boldrini, tutti preoccupati per il mancato accordo e motivati a isolare De Magistris indicandolo come il responsabile del fallimento nell’intesa programmatica. È chiaro che gli interessi “bipartisan” sul rifinanziamento sono notevoli.1959380_10203133568409505_98692760_n

L’ennesimo conflitto istituzionale, l’ennesima situazione di immobilismo, e mentre ognuno – politici, imprenditori, giornalisti – dice la sua, la parola dei cittadini – comitati e movimenti – è ridotta a tifoserie e propaganda.

FOTOGALLERY

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COMMENTI E TWEETS

Noi continuiamo a muoverci! (il commento di un attivista su FB)

RASSEGNA STAMPA

Come primo articolo, cominciamo dall’informazione indipendente: segnaliamo l’ottima cronaca di NapoliMonitor
Città della Scienza, accordo saltato. Cronaca di una giornata infinita

Le dichiarazioni del sindaco De Magistris…

RaiNews
Colpo di scena alla Città della Scienza: salta l’accordo fra Comune e Regione

IlDesk: il Comune pubblica il carteggio dimostrando la responsabilità della Regione nel fallimento dell’accordo (ma per noi… chi è stato è stato… #spiaggiapubblica!)
Il “carteggio” pubblicato dal Comune: c’era l’accordo sulla bonifica di Bagnoli

Le minacce di isolamento di Caldoro
Caldoro: “Il Comune non si isoli, ricostruzione e bonifica due atti separati”

Il CorrMezz
Città della Scienza, salta l’accordo

Repubblica Napoli (non si smentiscono: ancora disinformazione! Raccontano la manifestazione dei comitati come mobilitazione contro la vendita dei suoli…)
Città della scienza, salta l’accordo

Il Mattino (del gruppo Caltagirone..)
De Magistris-Caldoro, c’è l’accordo: venerdì si firma per la ricostruzione di città della scienza

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IL MOVIMENTO CHE VOGLIAMO PER BAGNOLI

Un po’ di pazienza, e cerchiamo di spiegare e chiarire alcune cose che ci premono…
Apprendiamo da una frenetica attività di marke(t)ting che ci sarebbe una Napoli in Movimento, che vorrebbe aprire una nuova era: l’Era del Riqualificare.
Cosa si nasconde dietro questo accattivante logo? Qualcosa si muove dietro l’ennesima “kermesse” di musica e spettacolo bagnolesi, che esalta le “Magnifiche sorti et progressive” del nostro amato quartiere: Riqualificazione, Green Economy, Movida, Turismo e Mobilità.
Ci fidiamo del nostro intuito e con un po’ di esperienza e tiriamo a indovinare: cominciamo ovviamente dalle cose più urgenti in questo periodo di crisi, ossia dalla Movida!!!

Sono spuntati come funghi in questi anni i locali notturni, sul litorale che va da Coroglio a Pozzuoli, e molti di questi vanno davvero forte. Nel fine settimana e durante tutta l’estate l’intera zona si riempie fino al collasso di automobili e di decibel. I pionieri di questa geniale idea di sviluppo per il quartiere, che a loro dire ripaga con centinaia di posti di lavoro le notti insonni dei bagnolesi, il traffico, i disagi e la negazione dell’accesso al mare, sono oggi gli animatori di questo movimento. Ma questi signori lo sono stati anche ieri e l’altro ieri, e sono sempre gli stessi: sono gli amici di quelli che Bagnoli l’hanno governata, insieme alla città e alla regione. Sono quelli che hanno sottoscritto gli accordi, investito i soldi, costruito, disposto sui posti di lavoro, distribuito meriti, demeriti e diviso i soldi.

La movida l’hanno fatta dunque, il turismo invece ancora non gliel’hanno fatto fare: ma alberghi, casinò, porti turistici riempiono le fantasie di questi signori da anni, spesso tradite sui trafiletti dei giornali. Peccato che molte di queste idee siano delle sciocchezze irrealizzabili – data la straccioneria degli imprenditori italiani – oltre a essere fuori da qualsiasi vincolo normativo e a rappresentare un pericolo ulteriore per l’impatto sul paesaggio e sull’ambiente, e un’ingiustizia per tutti i napoletani che vorrebbero semplicemente accedere a una splendida, naturale e gratuita risorsa di tutti come il mare che bagna la nostra città. Qualcuno lo ha capito e dunque ci tiene ad aggiustare il tiro: movida e turismo sì, ma con la Green Economy (del resto ogni economy è green: sia quella che fa girare i verdoni, sia quella di chi al verde ci sta… ); un’espressione che è diventata un grande lasciapassare: basta pronunciarla e tutti ti danno fiducia.
Poi c’è la Mobilità: che vogliano risolvere il problema del trasporto pubblico in Campania? O si tratta dell’ennesima pista ciclabile? Qualcuno addirittura vuole riciclare i binari della ferrovia del vecchio cantiere.. per farne cosa? Una pista ri-ciclabile?
Infine c’è la Riqualificazione. Qual è qui il modello a cui mirare: quello di Bagnoli Futura SpA? La società di trasformazione urbana – che doveva bonificare, riqualificare e rivendere i terreni dell’ex area industriale, i cui vertici delle passate amministrazioni sono finiti sotto inchiesta per truffa e disastro ambientale, i cui terreni ed edifici sono stati posti sotto sequestro e poi misteriosamente dissequestrati in parte, e che nonostante i suoi totali fallimenti (la mancata bonifica e le inaugurazioni-pagliacciate della Porta del Parco e quelle mai fatte come il Parco dello sport, la mancata valorizzazione, l’aggravamento dell’inquinamento e lo sperpero di denaro pubblico) è stata ulteriormente finanziata in questi anni dalle amministrazioni comunali – fa certamente scuola.
Ma anche gli arenili non sono stati da meno: hanno dimostrato che non serve fare le bonifiche integrali rispettando i vincoli, ma che è possibile continuare a piantare ombrelloni e sdraio mettendo in sicurezza la sabbia, e spendendo molti meno soldi – anche se sempre pubblici ossia di tutti e sempre sponsorizzati dalle amministrazioni pubbliche alle solite imprese che vincono gli appalti – mettendo un bel tappeto di moquette verde sulla sabbia, oppure coprendo la sabbia inquinata con una nuova, e mettendo una barriera di scogli a protezione, cosicché le tempeste avvistandola possano magari ripensarci a riportare la sabbia dei fondali inquinati sul bagnasciuga?!

L’area ovest di Napoli è a un altro giro di boa. Oltre il litorale c’è l’mmenso oceano della trasformazione urbanistica in cui galleggiano ancora anche altre situazioni: la Mostra d’Oltremare, l’ex-Cinodromo, lo Zoo-Edenlandia, l’ex base Nato. E, su queste, le nubi tempestose dell’abbandono e il vento minaccioso della speculazione.
Scommettiamo, in ogni caso, che la stagione dei sequestri (e ne abbiamo visti tanti in questi anni) stia per finire.
D’altra parte, pare che proprio quest’anno scada il piano urbanistico, ed è facile indovinare quali interessi si muovano per cambiarlo: ci sono appunto i concessionari sul litorale – quelli legalmente in una botte di ferro, quelli che si fregiano del loro passato operaio e mangiano sul loro presente clubbistico come il circolo Ilva, quelli come la fondazione Idis che fanno divertire e imparare i bambini e gli adulti stipulando convenzioni con le scuole ma pur facendo gli scenziati non hanno mai dato un’occhiata al terreno che calpestano, all’aria che respirano, al mare che hanno di fronte e alle persone che ci passano (una città della scienza ma nessuna scienza a servizio della città), e quelli semiabusivi o abusivissimi – tutti vogliono mantenere il privilegio di una miniera d’oro commerciale vista mare. Quelli del Turismo e della Movida per capirci, della Green Economy e della Mobilità.
Ci sono i costruttori, come il gruppo Caltagirone, proprietario dell’ex Cementir, che nonostante la crisi vanno sempre forte perchè si sa: in Italia c’è un sacco di gente senza casa, ma di cemento pronto da colare per farci “i dineri” ce n’è sempre.
C’è la Fintecna, erede dell’IRI creato da Mussolini, di proprietà della Cassa depositi e prestiti, a sua volta proprietà del Ministero dell’Economia e di un gruppo di istituti bancari (di questi tempi una garanzia, insomma!): noti colossi pubblico-privati della finanza che pur essendo coperti dai soldi dello stato (quindi nostri) vanno in giro a fare convegni per spiegare alle pubbliche amministrazioni i vantaggi delle privatizzazioni e delle svendite di beni demaniali e servizi pubblici. Quelli della riqualificazione.
Potremmo andare avanti.

Ma cosa sta accadendo a Bagnoli? Proviamo a spiegarvelo, scusate la lunghezza.
Come la delibera del consiglio comunale – che prescriveva di rivedere il piano di concessioni e di realizzare gli interventi di bonifica e ripristino della linea di costa necessari alla realizzazione di una grande spiaggia pubblica, come richiesto dalle firme di oltre 14.000 napoletani, con la campagna di Una spiaggia per tutti – era rimasta disattesa, così l’ordinanza sindacale, emessa dalla giunta De Magistris, che imponeva a Fintecna di presentare un progetto per la rimozione della colmata, a Città della Scienza di presentare le mai pervenute certificazioni dell’avvenuta bonifica dei suoli su cui insiste, e al gruppo Caltagirone di accollarsi la messa in sicurezza ambientale dell’area della Ex Cementir, non ha sortito alcun effetto. La bocciatura del ricorso al TAR presentato da Fintecna non ha impedito alla società – che dovrebbe muoversi nell’interesse pubblico visto che è controllata da capitali pubblici – di “fare il piattino” al Comune di Napoli esigendo i crediti della Bagnoli Futura Spa: 60 milioni di euro che condannerebbero la stessa alla bancarotta, e il Comune, già in predissesto, alla resa.

1959380_10203133568409505_98692760_n Nel frattempo, Città della Scienza promuove come dato l’accordo che permette la ricostruzione sulla spiaggia (quando le norme e il buon senso prescriverebbero di fare altrimenti), sancendo l’ennesimo schiaffo alla volontà dei napoletani e garantendo una solida ala protettiva a tutti i concessionari legali e abusivi che continuano illegittimamente a insistere sul litorale. Tutto questo senza preoccuparsi delle reali motivazioni che portarono all’incendio del 2013, che gli inquirenti sarebbero propensi ad attribuire alla “pista interna”. Una vecchia classe politica e imprenditoriale prova a ricompattare un blocco sociale per garantire gli interessi politici ed economici delle solite lobby, con la complicità di tanti politicanti di professione, e facendosi scudo di tanti “agitatori” socio-culturali utili idioti di logiche ben più pesanti delle loro.

Il futuro che tutti questi si immaginano per le nuove generazioni che hanno studiato, lavorato e visto i loro parenti morire di cancro qui a Bagnoli qual è? Pulire i cessi dei loro alberghi per 800 € al mese? Fare i lavapiatti, i barman e i bagnini guadagnando la metà di quello che costa mediamente il servizio a un utente? Fingere di aprire imprese innovative, partite Iva e districarsi nella giungla del freelance e dei progetti sociali fino a che non arriva il prossimo pescecane o il prossimo taglio ai finanziamenti? Elemosinare queste ed altre punizioni per non essersi presi in mano il proprio futuro? Su un territorio sotto disastro ambientale, senza spazi pubblici fruibili e senza servizi sociali?
Spiacenti, noi non siamo disponibili.

Vogliamo quindi chiarire, a scanso di equivoci, che l’idea che abbiamo di territorio, comunità, produzione e vita è radicalmente un’altra, incompatibile con quella di una classe imprenditoriale e politica che ha saputo creare solo sfruttamento e speculazione, lasciando il resto alla desertificazione e alla devastazione ambientale.
Pensiamo, al contrario di questi, che stare in movimento significa mettersi in gioco, avere la capacità di trasformare il presente e immaginare il futuro, il coraggio di rompere con ciò che non va per fare spazio ad altro.
Non pretendiamo, come altri, di avere ricette e soluzioni. Ci muoviamo sul piano della sperimentazione, del “camminare domandando” che abbiamo imparato dalla storia delle comunità zapatiste. Sappiamo di certo che quello che c’è non è quello che vogliamo.

Non rinunciamo però ad avere un orizzonte di senso: quello della democrazia radicale, che per noi significa partecipazione attiva, autonomia da partiti e istituzioni, indipendenza, costruzione di comunità. Un orizzonte che oggi ci indicano le lotte per la dignità, per i diritti come la casa, la salute e il reddito, e per resistere alla crisi.
Ma non ci limitiamo a evocarlo: proviamo a sperimentare il cambiamento a partire da noi stessi. Lo pratichiamo attraverso la riappropriazione sociale e la riconquista degli spazi che la speculazione privata e l’abbandono negano alle comunità, spazi come Bancarotta, Villa Medusa e il Lido Pola che oggi vivono grazie alla cooperazione di chi li autogestisce. Questa è la nostra idea e la nostra pratica autonoma e indipendente di riqualificazione. Un’idea che parte dai bisogni reali delle comunità, che non vanno strumentalizzati, ma indagati, compresi per costruire assieme le risposte attraverso l’iniziativa politica e sociale. Per trasformare i bisogni in diritti, a partire dalla tutela della salute, che a Bagnoli passa per il risanamento dell’intero territorio e la bonifica dei mari e dei suoli, perché, come i dati statistici tristemente confermano, nonostante la fabbrica non ci sia più, a Bagnoli si muore ancora di tumore ai polmoni più che altrove.

Forme di controllo popolare sull’operato di enti pubblici e privati e sulle bonifiche, perché non è più accettabile che vengano spesi centinaia di milioni di euro per finte bonifiche, e che qualcuno si arricchisca mentre la gente non arriva a fine mese e si ammala. Né possiamo affidarci alla magistratura che interviene con dieci anni di ritardo.

Se, allora, imprenditori e classe politica tornano all’attacco del piano urbanistico per Bagnoli facendo dell’accordo per la ricostruzione in loco di Città della Scienza la provvidenziale foglia di fico per una grande operazione speculativa e per l’ennesima aggressione a capitalistica a questo territorio, NOI NON CI STIAMO.
Fintecna, Bagnoli Futura, Caltagirone, Fondazione Idis, concessionari del litorale, coperti dal PD: il futuro che hanno in mente per Bagnoli non è ciò che vogliamo!
Abbiamo in mente altro. “Chi ha inquinato deve pagare” non è uno slogan, ma una sacrosanta pretesa: affinché chi fino ad oggi ha lucrato sulla salute, sull’ambiente e sulla dignità negata di questa parte di città cominci a restituire il maltolto, perché non è giusto che a pagarlo siano sempre i più deboli e numerosi. È per queste ragione che facciamo appello alla parte sana della città a mobilitarsi. Questa è la Napoli in movimento che vogliamo e di cui ci sentiamo parte!

#spiaggia pubblica #bonifica sotto controllo popolare #spazi sociali

CHI HA INQUINATO DEVE PAGARE!

UNA SOLA GRANDE OPERA PER BAGNOLI: IL DIRITTO A CASA, SALUTE E REDDITO PER TUTT*!

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Archiviato in Bagnoli, Bancarotta, Reddito

Nuove minacce, niente dialogo: ancora intimidazioni presso l’ex Lido Pola, avallate dal disinteresse delle istituzioni!

Stamattina il galoppino degli ex concessionari del Lido Pola, che dal primo giorno infastidisce il nostro lavoro di riqualificazione sociale con minacce, visite indesiderate e – non ultime – le soffiate alle autorità, si è presentato nuovamente con le forze dell’ordine e dei tecnici per fare dei rilievi alla struttura da consegnare all’ufficio del Demanio.

Avevamo già chiesto di posticipare qualsiasi intervento sulla struttura del Lido Pola alla risoluzione di un tavolo con le parti interessate (Demanio e Comune di Napoli) per salvaguardare una destinazione d’uso pubblica libera da mire speculative che in vent’anni avevano già ridotto una struttura pubblica, e quindi un bene della collettività, a un rudere, una discarica a cielo aperto e un luogo d’abusi d’ogni genere.

Non capiamo con quale logica e legittimità il Demanio possa autorizzare abusi di questo tipo da parte degli ex concessionari, corresponsabili dell’abbandono della struttura e al tempo stesso criminalizzare, attraverso le denunce, la nostra iniziativa di riqualificazione e bonifica sociale.

L’occupazione del Lido Pola rappresenta infatti un presidio di democrazia e un esempio di uso civico degli spazi su un litorale già vittima del saccheggio dei privati e della devastazione della mancata bonifica come testimoniano i sequestri, le indagini, ma soprattutto le condizioni di invivibilità che la gente di Bagnoli e di Coroglio conoscono bene, subendone da fin troppo tempo le conseguenze.

Chiamiamo in causa l’amministrazione comunale, il Sindaco, l’Assessore al Patrimonio e l’Assessore ai Beni Comuni, la cui disponibilità finora non si è mai tradotta in concretezza. Non è più possibile ignorare le esigenze e le problematiche di una realtà come la nostra, che subisce costantemente intimidazioni e provocazioni nonostante l’impegno e il lavoro profusi in una direzione e per una causa più che rispettabili: a queste puntuali minacce va necessariamente posta fine mediante un superamento politico che si realizzi a partire dal riconoscimento della legittimità della nostra azione e della nostra lotta, votate totalmente alla tutela e alla valorizzazione di un bene collettivo finalmente rifunzionalizzato e restituito a chi originariamente doveva fruirne, ai cittadini di Bagnoli e Coroglio, come di Napoli tutta.

Contro abbandono e speculazioni, Lido Pola resiste

Contro abbandono e speculazioni, Lido Pola resiste

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Archiviato in #NoSgomberi, Bagnoli, Bancarotta, Solidarietà

Due denunce agli attivisti di Bancarotta 2.0 per l’occupazione dell’ex Lido Pola | 3 milioni di euro al baraccone di BagnoliFutura!!!

Contro abbandono e speculazioni, Lido Pola resiste

Contro abbandono e speculazioni, Lido Pola resiste

Notificate due denunce agli attivisti di Bancarotta 2.0 per l’occupazione dell’Ex Lido Pola: ancora criminalizzazioni e abusi di potere su chi lotta per la bonifica e gli spazi sociali!!!

3 milioni di € per salvare il baraccone di Bagnoli Futura, 2 denunce per criminalizzare Bancarotta 2.0 e i movimenti flegrei.

Colpirne due per mobilitarne cento.
Due denunce notificate agli attivisti del collettivo Bancarotta 2.0 per aver “occupato illeggittimamente” e “deturpato” l’ex Lido Pola, abbandonato al degrado da anni dal demanio, e attualmente recuperato attraverso l’autogestione. Nel frattempo 3 milioni di € vengono stanziati per salvare ancora una volta la Bagnoli Futura dal fallimento.Due pesi e due misure: laddove ci sono truffe, speculazioni e disastri ambientali arrivano i soldi pubblici, laddove si mette in pratica autogestione, bonifica sociale e democrazia dal basso arrivano le denunce e la repressione!!!

Invasione di edificio, al fine di occupazione senza titolo. Deturpazione ed imbrattamento di bene altrui. Entrambi in concorso. Con queste imputazioni, a carico di due nostri compagni, le istituzioni esprimono la propria valutazione sull’opera di recupero e riqualificazione che il collettivo Bancarotta 2.0 conduce da sei settimane per restituire a Bagnoli la struttura demaniale del Lido Pola. Per sottrarla al degrado in cui versa da un ventennio di abbandono da parte dello stato, al fine di riconvertirla in uno spazio sociale a servizio e a tutela della comunità.
Due reati contro il patrimonio, secondo il Commissariato della Polizia di Stato di Bagnoli, che tra l’incendio di Città della Scienza, gli abusi quotidiani sul litorale, i sequestri, le irregolarità e le manovre speculative e criminali di camorra e imprenditori del mattone, non trova niente di meglio da fare che portare avanti ridicole indagini su chi alla luce del sole lotta per resistere e trasformare i territori, per restituire dignità a chi li vive.
Quell’immenso patrimonio della gente flegrea, che da decenni è oggetto di devastazione e saccheggio, false promesse ed abbandono, truffe, abusi, mistificazioni, ora diventa materiale per operazioni repressive. Una speculazione omicida, senza soluzione di continuità, che ha fatto di questa terra un’immensa scena del crimine, e un teatro di paradossi e mondi alla rovescia. Un paradosso, la criminalizzazione del collettivo, con accuse insussistenti, avvenuta proprio su istanza dell’Agenzia del Demanio, che ha sporto denuncia: l’ente che per circa un ventennio ha lasciato questo edificio, ed il suo potenziale, nella totale incuria, alla mercè del degrado e della malvivenza, discarica a cielo aperto, manifestando come unico cenno di interesse una fallita ed irregolare concessione privata, si rifà vivo per denunciare la comunità che sta provando a restituire una funzionalità sociale e un decoro alla struttura. Ci chiediamo: con quale legittimità il Demanio può abbandonare un bene pubblico (quindi di tutti) al degrado per vent’anni e poi denunciare chi lo sta pulendo, recuperando e restituendo all’uso civico senza specularci su come vorrebbero fare i privati?

Una aggressione politica, queste denunce, la cui assurdità è esasperata dalla concomitante erogazione di 3 milioni di euro per rifinanziare le casse della Bagnoli Futura, per l’ennesimo salvataggio di uno dei barconi clientelari più discussi tra le varie società partecipate della città, le cui attività sono sospese dal sequestro giudiziario che ha coinvolto l’area che dovrebbe rappresentare il futuro di Bagnoli, dallo scorso 11 aprile. Una beffa, considerando che Bancarotta 2.0 opera oggi in Lido Pola proprio per continuare il percorso di socialità e mobilitazione politica che tale sequestro ha ostacolato facendo chiudere Bancarotta, lo spazio sociale liberato il 2 giugno 2012 e situato proprio entro il perimetro dell’area sequestrata.
I reati di truffa, favoreggiamento, corruzione e disastro ambientale, lo ricordiamo, sono stati accertati dalle indagini a carico di oltre venti ex dirigenti di Bagnoli Futura ed altri enti locali, quelle stesse istituzioni che oggi ci aggrediscono perché proviamo ad opporci allo scempio esistente.

L’unico vero crimine che notifichiamo dal basso ogni giorno a un’intera classe politica, amministrativa ed imprenditoriale è una falsa bonifica, dopo decenni di sfruttamento, inquinamento e devastazione! Questi gli unici crimini, recidivi, di invasione e deturpazione del patrimonio della gente di Bagnoli, commessi col concorso di pubblico e privato, commessi ad unico vantaggio degli interessi antisociali di politica e classi dirigenti, di ieri come di oggi.
In tale contesto si delinea inequivocabilmente la logica d’una punizione esemplare, al subdolo fine di dissuadere il dissenso e fermare la mobilitazione della comunità, colpendo chi ne è promotore, corpo e anima.
L’assurdità di questo intento repressivo è pari a quella della sua illusorietà. La pratica abusiva degli strumenti poliziesco-giudiziari non ha mai fatto altro che rafforzare la volontà politica di chi lotta per la giustizia sociale.
In questo quadro politico si aggiunge, integrandosi perfettamente, l’atteggiamento apparentemente benevolo delle istituzioni verso gli spazi sociali, dichiarato puntualmente dal sindaco De Magistris e dal presidente della X Municipalità Giorgio de Francesco (quest’ultimo segnalatosi per la sua doppia faccia per le “segnalazioni” infamanti su Villa Medusa), e smentito ogni volta come mero esercizio di demagogia, compatibile con l’autoritarismo che caratterizza la gestione dei conflitti e della crisi in questa fase storica. Che cosa dicono il sindaco e l’amministrazione che si dicono “amici dei movimenti” di fronte a tutto questo? Perché fanno finta di non sentire chi li mette di fronte alle loro responsabilità?

Tanto maggiore è lo slancio del nostro impegno, quanto più accanito diviene l’inasprirsi di un visibile disegno repressivo dei movimenti sociali, specie nell’area flegrea, ad un tempo ulteriore conferma della rilevanza politica di quest’area, e prova dell’efficacia nostre pratiche di conquista della giustizia sociale negatale. Non esitiamo un istante, non arretriamo d’un passo: andremo avanti, con ancor più determinazione.

Vogliamo un tavolo permanente con il Comune di Napoli, l’Agenzia del Demanio e la comunità di Bancarotta 2.0 e delle realtà territoriali che si battono per la bonifica e gli spazi sociali, per definire assieme un percorso partecipato, per sottrarre il Lido Pola dalle mire speculative dei privati e restituirne l’utilizzo e la funzionalità sociale alla città di Napoli e al quartiere bagnolese!

Nel frattempo la risposta concreta di Bancarotta 2.0 a questo effimero tentativo di intimidazione è la seguente: Bancarotta 2.0 – Lido Pola Liberato.

Dopo un mese di lavori per la liberazione del Lido Pola dal degrado, necessari alla messa in sicurezza della struttura ed al ripristino della fruibilità dei suoi spazi, Bancarotta può restituire questo luogo alla comunità cui appartiene, facendone uno spazio sociale destinato alla gente di Bagnoli, per soddisfarne i bisogni e tutelarne i diritti, e continuare il percorso di mobilitazione della comunità flegrea.

Non saranno certo simili attacchi ai nostri compagni a fiaccare la volontà di giustizia che alimenta la nostra battaglia contro l’orrore che avvolge questa terra e ne soffoca le genti. Il futuro di Bagnoli non è una concessione, ma una conquista che abbiamo deciso di realizzare a qualunque costo.

9 luglio 2013
Bancarotta 2.0 – Ex Lido Pola liberato

Blog: bancarottabagnoli.wordpress.com
Email: bancarotta.bagnoli@gmail.com
FB: facebook.com/Bancarotta – Bancarotta Bagnoli
Manifesto: bancarotta.eu

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ALCUNE PROPOSTE:

Bancarotta intende realizzare un percorso collettivo e condiviso, fatto di corsi di discipline sportive, artistiche e ricreative; attività sociali, culturali e formative; laboratori formativi, ludici, artistici, per tutte le età; comitati per la bonifica, per la spiaggia pubblica, per l’assistenza alle vittime dell’inquinamento; vertenza per il registro tumori; promozione e organizzazione di venti culturali, rappresentazioni teatrali, concerti, e proiezioni; mobilitazione collettiva per l’autotutela, per la partecipazione attiva alla dimensione civica. Per la giustizia sociale che in questa terra manca da sempre.

Al fine della realizzazione di questo progetto, il collettivo Bancarotta chiede al Comune di Napoli, e all’Agenzia del Demanio, di intraprendere un percorso dialettico ma dialogico di risoluzione della controversia sulla gestione dello spazio del Lido Pola, affinchè venga definitivamente sottratto alle mire speculative dei privati e riconsegnato, e non concesso, al suo legittimo titolare, i cittadini.

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BonifichiAmo Bagnoli: di nuovo in piazza i comitati! | Striscione contro il Ministro Lorenzin e mascherine contro l’inquinamento

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Chi ha inquinato deve pagare

COMUNICATO STAMPA

BonifichiAmo Bagnoli: di nuovo in piazza i comitati!
Striscione contro il Ministro Lorenzin e mascherine contro l’inquinamento

Oggi pomeriggio i movimenti di lotta bagnolesi e gli attivisti del comitato BonifichiAmo Bagnoli sono scesi di nuovo in piazza per denunciare il disastro ambientale di Bagnoli, appurato solo recentemente dalle inchieste della magistratura.

Distribuiti volantini sul disastro ambientale di Bagnoli e mascherine per proteggersi dall’inquinamento. Dopo un corteo spontaneo, uno striscione viene esposto all’ingresso del Pontile Nord, chiuso da giorni per una protesta dei lavoratori della BagnoliFutura contro l’incertezza del loro futuro lavorativo: “IL DISASTRO AMBIENTALE NON FA PARTE DEL NOSTRO STILE DI VITA – CHI HA INQUINATO DEVE PAGARE”. Così recita lo striscione in riferimento alle vergognose dichiarazioni del ministro Lorenzin.

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Le dichiarazioni del sindaco De Magistris sullo sblocco di fondi per la bonifica da parte del governo non convincono i comitati che denunciano il disastro ambientale di Bagnoli: i tempi della magistratura e l’attuale establishment politico-economico che gestisce la riqualificazione dell’area e che passa dai CDA di BagnoliFutura, di Città della Scienza, dalle attività commerciali che insistono sul litorale e dalle istituzioni, non costituiscono alcuna garanzia essendo tutti coinvolti, a vario titolo e talvolta avvantaggiandosene, nelle responsabilità o nei silenzi e assenzi che hanno accompagnato la truffa e il disastro ambientale della mancata bonifica di Bagnoli.

Le parole vergognose del ministro della salute del governo Letta, Beatrice Lorenzin – che qualche giorno fa aveva goffamente sminuito il peso dell’inquinamento causato da discariche, inceneritori, insediamenti industriali, abusivismo, e sversamenti tossici sul tasso di incidenza tumorale della nostra regione, attribuendone la causa allo “stile di vita” dei cittadini campani – hanno infatti suscitato l’indignazione e la rabbia dei cittadini di tutta la Campania.

In particolare le comunità che subiscono in modo più pesante l’impatto delle mancate bonifiche e degli abusi scellerati dell’economia legale ed extralegale sull’ambiente del territorio campano, si trovano a subire, oltre al danno di vedersi negato il diritto alla salute e un futuro dignitoso, la beffa di vedere coperti i responsabili e negata la possibilità di chiedere giustizia! Così mentre le politiche del governo proseguono la distruzione della sanità e del welfare pubblico, attaccando il diritto alla salute, si cerca di cancellare anche le responsabilità storiche che hanno fatto della Campania e di altre zone del meridione e del paese terreno di sperimentazione degli più scellerati abusi nel nome dell’interesse economico, ponendo le basi per un vero e proprio biocidio che grava, oltre che sulla salute e sull’ambiente, sull’intera economia dei territori colpiti.

Prosegue dunque la lotta per la creazione di un osservatorio sulla bonifica, uno strumento di vigilanza dal basso verso l’utilizzo dei fondi e le procedure che dovrebbero interessare la bonifica dell’area, per la chiusura di Bagnoli Futura, e per l’applicazione sostanziale del principio giuridico che prevede che “chi ha inquinato deve pagare”, intervenendo direttamente sui beni mobili e immobili dei responsabili del disastro-Bagnoli.

Inoltre le realtà protagoniste del Comitato BonifichiAmo Bagnoli chiedono l’apertura di un tavolo permanente su casa, lavoro, servizi e spazi sociali, che riconosca preventivamente la legittimità e la virtuosità di esperienze di autogestione (come quelle di Villa Medusa e dell’ex Lido Pola – Bancarotta 2.0) come effettivi percorsi di “bonifica sociale” del territorio.

Il Comitato Bonifichiamo Bagnoli si riunirà prossimamente in plenaria mercoledì 17 luglio per decidere come continuare la mobilitazione.

Napoli, 5 luglio 2012
Comitato cittadino di lotta “BonifichiAmo Bagnoli”

Per riferimenti contatta gli infopoint:
Laboratorio Politico Iskra – ogni Lunedi ore 17:00 – via Enea 19/a, Bagnoli
Lido Pola Occupato – Bancarotta
Villa Medusa Occupata
Casa del Popolo Fuorigrotta

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Bonifichiamo Bagnoli, restituiamo l’Ex Lido Pola alla città! | Appello pubblico per la riqualificazione dal basso dell’Ex Lido Pola, per la bonifica sociale dell’area flegrea.

Bonifichiamo Bagnoli, restituiamo l’Ex Lido Pola alla città!
Appello pubblico per la riqualificazione dal basso dell’Ex Lido Pola, per la bonifica sociale dell’area flegrea.

banca 1PREMESSA: CONTRO LA DISMISSIONE DEL PATRIMONIO PUBBLICO
La dismissione del patrimonio pubblico, frutto delle politiche di austerità, sta consegnando una grande ricchezza collettiva alla speculazione privata, dai beni demaniali a quelli di proprietà dei comuni in tutto il paese. A Bagnoli, come in tanti altri territori aggrediti dalla cattiva gestione del pubblico e del privato, tale processo si somma alla desertificazione di intere aree: a partire dalla zona industriale Ex-Italsider ed Ex-Cementir e del litorale di Coroglio fino ad arrivare alle esperienze più recenti di N.A.T.O. , Zoo, Edenlandia, Mostra d’Oltremare. Un fenomeno che si propaga e condanna all’abbandono, al degrado, alla speculazione le aree che ne subiscono l’ effetto, per tutelare interessi economici e speculativi, a tutto danno dei cittadini che ne subiscono gli effetti: inquinamento ambientale, impatto sulla salute, assenza di servizi sociali, assenza di piani di sviluppo, di reddito, emergenze abitative, e sperpero di risorse pubbliche.

LA PROPOSTA: LIBERAZIONE E AUTORECUPERO DELL’EX LIDO POLA
E’ per questo motivo che la comunità di Bancarotta, l’unica a pagare i danni del sequestro giudiziario nei confronti di BagnoliFutura, abbandonando forzosamente l’ex Banca in via Coroglio, occupata, riqualificata e restituita alla città e all’uso sociale nell’ultimo anno, ha intrapreso la liberazione dell’ ex Lido-Pola, dopo un mese di mobilitazioni in città per risollevare un fronte comune per la bonifica, gli spazi sociali, la spiaggia pubblica e le tante battaglie aperte sull’utilizzo del territorio dai movimenti sociali.

L’ex Lido Pola, luogo storico per tanti napoletani, ambientazione di pellicole cinematografiche ed eventi di ogni tipo, era in stato di abbandono da circa vent’anni, discarica a cielo aperto e in completo disfacimento. Di proprietà del demanio statale, oggetto di un contenzioso con investitori privati, è un bene comune, come tanti, sottratto alla città. Inserito in una lista di beni “trasferibili” del demanio per poco e niente (830.000 €) e dunque oggetto, come il resto della zona, delle mire speculative della peggiore imprenditoria.
Per toglierlo dalla morsa della burocrazia del pubblico e della speculazione privata e restituirlo all’uso sociale, la sua liberazione rappresenta per Bancarotta 2.0 uno strumento legittimo e praticabile.
Tuttavia l’occupazione e i conseguenti lavori di autorecupero, messa in sicurezza, e di progettazione partecipata, che stanno coinvolgendo comitati, associazioni, del territorio e non solo, hanno risvegliato gli oscuri interessi sul luogo. Gli ex-concessionari e l’ufficio del demanio, dopo aver abbandonato a sé stesso un bene pubblico per vent’anni, vogliono sgomberare la comunità che lo sta rimettendo in sesto, preferendo così l’abbandono e la difesa di un uso privatistico di un bene pubblico, al tentativo di costituirne un uso sociale. Un altro schiaffo al territorio e al lavoro di chi ancora lotta per riscattarlo.

Tra le tante attività proposte, che la comunità di Bancarotta svolgeva nell’ex banca di via Coroglio, oltre a quelle musicali, culturali, sportive, aggregative, di partecipazione democratica, informazione, spicca l’esigenza di un osservatorio sulla bonifica e sulla realizzazione della spiaggia pubblica sul litorale di Coroglio.
Un progetto di bonifica sociale, per noi irrinunciabile, che sopperisce solo in parte alla doverosa bonifica ambientale e alla ripresa di un percorso di lotta e di partecipazione sulla pianificazione territoriale e sul futuro di Bagnoli, area strategica nazionale dalle grandi potenzialità, che facciamo nostra, non può essere messo sotto attacco!
Un attacco che non vogliamo comunque subire passivamente, ma su cui crediamo sia necessario interrogare la città e le istituzioni.

APPELLO ALLA CITTÀ E ALLE ISTITUZIONI
Chiediamo al Sindaco e all’amministrazione comunale di assumersi le proprie responsabilità, a fronte delle dichiarazioni di intenti sull’uso dei beni comuni e sulla tutela dell’agibilità democratica dei movimenti, e in particolare della comunità di Bancarotta, prendendo posizione contro l’ennesima ricaduta repressiva e irrazionale sulle comunità in lotta dell’area flegrea, e promuovendo un confronto pubblico per rimettere a delle vere istituzioni partecipative, i movimenti e la cittadinanza attiva, il processo decisionale sull’utilizzo degli spazi dell’ex Lido Pola, e degli altri spazi negati del territorio.

Chiediamo all’Ufficio del Demanio di bloccare immediatamente eventuali procedure di sgombero e assumersi le responsabilità di una gestione fallimentare dell’Ex Lido Pola, in concorso coi privati concessionari, rimettendosi ai processi di partecipazione democratica nella progettazione dell’uso di tali spazi.

Chiediamo infine, ed è la cosa più importante, alla comunità che ha incontrato e attraversato Bancarotta; alla cittadinanza bagnolese e napoletana sensibile e mobilitata sul tema della difesa del territorio e degli spazi sociali; alle associazioni e ai comitati che si battono per la bonifica, la spiaggia pubblica; ad artisti, operatori sociali, docenti, lavoratori, professionisti, che riconoscono e supportano l’autorganizzazione sociale dei bisogni attraverso la riappropriazione degli spazi; a tutti coloro che lo vorranno, di sostenere concretamente la lotta per la riqualificazione sociale dell’Ex Lido Pola, attraverso la partecipazione e la mobilitazione, e di farsi portavoce assieme a noi di questa necessità di spazi sociali come strumento per la trasformazione dal basso dei territori e delle nostre vite.

BonifichiAmo Bagnoli, restituiamo l’ex Lido Pola alla città!

Bancarotta 2.0

>>> aderisci scrivendo a bancarotta.bagnoli@gmail.com, oppure su Fb sul contatto di Bancarotta Bagnoli

PRIME ADESIONI:

Docenti e ricercatori:
Tiziana Terranova – docente, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”
Franco Piperno – docente, Università della Calabria
Valeria Pinto – docente di Filosofia teoretica, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Pino Ferraro – docente, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Giso Amendola – docente di Sociologia del Diritto, Università degli Studi di Salerno
Iain Chambers – docente, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”
Roberta Amirante – docente, Università di Napoli “Federico II”, Facoltà di Architettura
Sergio Pone – docente, Università di Napoli “Federico II”, Facoltà di Architettura
Francesco Caruso – ricercatore, Università della Calabria, Cosenza
Alessandro Arienzo – ricercatore, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Silvana Carotenuto – docente, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”
Stefania Laudonia – docente, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, facoltà di Agraria
Riccardo Motti – docente, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, facoltà di Agraria
Antonella Batà – Docente Facoltà d’ingegneria Federico II
Diego Civitillo – ricercatore in Geochimica Ambientale, Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Luca Manunza – dottorando di ricerca in Sociologia, Università di Genova
Mauro Pinto – dottorando di ricerca, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”
Biagio Quattrocchi – dottorando in economia e junior research
Benedetta Parenti – dottoranda, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”
Nina Ferrante – dottoranda, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”
Caterina Miele – ricercatrice indipendente
Francesco Festa – ricercatore indipendente
Danilo Caracciolo – ricercatore indipendente
Viola Sarnelli – ricercatrice indipendente
Federico Simonetti – ricercatore Federico II
Mario Coiro – dottorando in Plant Science, Politecnico di Zurigo
Giuseppe Aragno – storico e giornalista 

Artisti, operatori, professionisti:
99 Posse
NCCP Nuova Compagnia di Canto Popolare
Jovine
Sangue Mostro
Assalti Frontali
Speaker Cenzou
Emiliano Fittipaldi – giornalista de “L’Espresso”
Bonnot (Assalti Frontali) – compositore e produttore
Daniele Sepe – musicista
‘E Zezi – gruppo musicale
Tonino Porzio – scrittore
Luciano Ferrara – fotoreporter
Ugo Capolupo – regista
Dario Stefano Dell’Aquila – presidente onorario associazione Antigone Campania
Teresa Capacchione – psichiatra
Enrico Beniamino de Notaris – psichiatra
Emiliano Dario Esposito – direttore Epressonline.net
Raimondo Di Maio – editore
Pierpaolo Iermano – cantautore
Gianni Lamagna – musicista e cantante
Alessandro Verna – art director
Luigi Vertaglio – tour manager
Bruno Brillante – presidente associazione Fondi Rustici
Guido Piccoli – giornalista
Matteo Miavaldi – giornalista e scrittore
Peppe Pace – giornalista
Valentina Faraone – giornalista
Stefania Persico – giornalista
Epressonline.net – redazione giornale online, Napoli
Revock Roots Band – musicisti
Slivovitz – musicisti
The Collettivo – band musicale
Crossroads Improring – collettivo musicale
Pmk Pignataro Massive Krew – militanti e musicisti
Carnaviva – musicisti
Macchia Mediterranea – laboratorio di musica tradizionale
La Terza Classe – musicisti
The Combat Rockers, The Clash tribute band – musicisti
Zut! – gruppo musicale
Panic Clown
Small Tile
Dalilah M_Y_A – cantante e musicista
Vincenzo Metalli – scenografo e musicista
Salvatore Gatto – Responsabile centro giovani Peppino Impastato X Municipalità
Gianluca “Cioppi” Albrizio – DJ
Andrea Capuano – avvocato e amministratore d’impresa
Nicola Nardella – avvocato
Alfonso Tatarano – avvocato
Mario D’Alessandro – avvocato
Luigi Daniele – praticante avvocato
Gianpiero Fichera – medico
Toni Esposito – musicista
Simi Cavagnuolo – D.J
Rosario Iermano – musicista
Paolo Sha-One – musicista
Angelo Calabrese – musicista
O’Xango’ – musicista
Paolo Petrella – musicista
Marcello Giannini – musicista
Ciro Riccardi – musicista
Myriam Lattanzio – cantautrice
Conscious Sound – dj
Chiodo Fisso – musicisti
Edoardo M. Frigenti – imprenditore
Tommaso Siniscalchi – geometra
Massimo Di Dato – architetto, Assise Cittadina per Bagnoli
Albachiara Gatto – Designer
Alessandro Ferrara – scrittore e direttore artistico Sigmasofia Onlus
Davide Chiarito – fotografo

Realtà politiche e sociali:
Zero81 – Napoli
Quarto Mondo – Quarto
Comitato Centro Storico Diritti – Salute – Ambiente – Napoli
Comitato di Lotta per la Salute Mentale – Napoli
Assise Cittadina per Bagnoli
Progetto Comunitario X Municipalità
Ex Asilo Filangieri / La Balena – Napoli
Laboratorio Politico Iskra – Napoli, area flegrea
Ba. Fu. Ca. Anema Flegrea
CSOA Depistaggio – Benevento
CSOA Tempo Rosso – Pignataro Maggiore, (Ce)
CSOA Jan Hassen – Salerno
Laboratorio Sociale Autogestito Assalto – Cosenza
Spazio Precario Arrow – Cosenza
Aula Flex Napoli – collettivo universitario, L’Orientale, Napoli
Aula LP Lettere Precarie – collettivo universitario, Federico II, Napoli
Stella Rossa 2006 – progetto di Calcio Popolare, Napoli
Collettivi Autonomi Napoli
Magnammece ‘o Pesone – rete cittadina per il diritto all’abitare, Napoli
Movimento di Lotta Lavoro per i B.R.O.S. B s c
Comitato No-Triv – Benevento
Coordinamento No-Triv – Sannio
Collettivo Riff Raff – Salerno
Rouge SPA Spazi Pubblici Autogestiti – Lioni (Av)
Garibaldi 101 – associazione di promozione sociale, Napoli
Ciclofficina Popolare “Massimo Troisi” – Napoli
Caracol – associazione culturale, Napoli
Jolie Rouge – associazione culturale, Napoli
Aracne – associazione di promozione sociale, Napoli
Bagnoli Power – associazione culturale
Ashiwa – associazione di promozione sociale, Quarto (Na)
Attac Napoli

Attacca il Debito Napoli
Rete della Conoscenza – Campania
Uds – Campania
Link – Napoli
Link – Fisciano
Flegrea Park – associazione di fotografia

Rappresentanti istituzionali:
Arnaldo Maurino – consigliere comunale, Federazione della Sinistra/Laboratorio per l’alternativa, Napoli
Simona Molisso – capogruppo di Ricostruzione Democratica al Comune di Napoli
Carlo Iannello – consigliere comunale, Ricostruzione Democratica, Napoli
Simonetta Marino – consigliere comunale, Napoli
Pietro Rinaldi – consigliere comunale, Federazione della Sinistra/Laboratorio per l’alternativa, Napoli
Massimo Minopoli – consigliere X Municipalità Bagnoli-Fuorigrotta, Napoli
Pino De Stasio – consigliere PRC II Municipalità, Napoli 

Album fotografico

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VERSO L’ASSEMBLEA PUBBLICA DI SABATO 25 MAGGIO – REPORT ASSEMBLEA DI DOMENICA 19 MAGGIO

947076_262444433895910_1058535823_nA pochi giorni dalla liberazione dell’ex Lido Pola, l’assemblea pubblica di domenica 19 maggio ha visto la partecipazione di molti cittadini (del quartiere e non), attivisti e realtà territoriali che hanno espresso appoggio, solidarietà e piena condivisione rispetto all’esperienza di autorecupero proposta per la struttura.

In più di un intervento, forte  è stata la sollecitazione alla concretezza: trattandosi di un luogo politicamente e geograficamente centrale, l’ex Lido Pola è stato investito da un’azione di riappropriazione dal basso che fa riemergere, per l’ennesima volta, la contrapposizione fra istituzioni assenti e soggetti animati dalla voglia di migliorare. Un discorso, questo, che va ribadito e allargato a tutte le realtà che vanno riappropriandosi di ciò che è loro, al fine di trovare soluzioni alternative reali, come, nel caso specifico, la costituzione di un comitato scientifico di ingegneri, architetti e specialisti, che consenta la configurazione di una progettualità vera e propria, anche finanziabile e, auspicabilmente, produttiva di posti di lavoro.

Rifiutando l’interlocuzione con l’amministrazione pubblica, i cui pretestuosi tempi biblici da sempre rappresentano un impedimento al soddisfacimento dei bisogni reali dei cittadini, non si vuole però incorrere nel rischio di essere additati come “semplici occupanti”: ciò che si vuole rivendicare con forza è la partecipazione attiva della cittadinanza alle dinamiche riguardanti la trasformazione territoriale, una trasformazione che in via ancora teorica contemplerebbe la realizzazione della spiaggia pubblica e la bonifica del litorale e dei fondali. Da qui, l’urgenza di fare dell’ex Lido Pola un osservatorio per ampliare e intensificare il lavoro dei comitati Una spiaggia per tutti e BonifichiAmo Bagnoli, per farne uno strumento realmente utile, attraverso le cui iniziative si possa non solo entrare in contatto con i cittadini, ma anche metterli in contatto tra loro.

Quella di Bagnoli, del resto, si delinea sempre più nitidamente come una questione cruciale della città, come della nazione. Dal processo di dismissione che fagocita insaziabilmente spazi pubblici (dalla Mostra d’Oltremare al complesso Zoo/Edenlandia, da San Laise  alla base Nato) al  sequestro “dinamico” delle aree ex Eternit ed ex Italsider, alle relative  indagini (tardive e parziali) per le già evidentissime devastazione ambientale, truffa ai danni dello Stato e mancata bonifica, risulta chiaro che questo territorio non può più essere definito “periferico”: la centralità di Bagnoli al livello nazionale (confermata, peraltro, anche della partecipazione di esponenti NoTav alla Giggin Vitton C.A.P) può farsi strada solo attraverso la costituzione di una comunità veramente resistente che crei reti d’azione oltre che di solidarietà, per giocare una partita politica che inneschi finalmente un cambiamento storico significativo.

Occorre, allora, investire se stessi in sfide apparentemente impossibili: l’autorecupero, la riprogettazione e la gestione partecipate delle funzionalità di questo spazio (che è un pungolo per l’amministrazione pubblica in merito alle questioni di spiaggia e bonifica) sono attuabili se tutti vi investono le proprie energie e si fanno, a loro volta, portatori all’esterno di queste istanze, per richiamare forze ulteriori. Soltanto così, questa discussione aperta può tradursi nella costituzione di una comunità – ben più ampia di quella di Bancarotta – che restituisca utilità reale all’ex Lido Pola, rendendolo innanzitutto agibile e attraversabile mediante un recupero sociale collettivo volto anche a contrastare i pretesti d’impraticabilità a cui s’appiglia la repressione, attualmente inaspritasi a fronte della nuova ondata di esperienze di occupazione e autogestione di spazi pubblici.

Oltre all’osservatorio, si proponeva inoltre un ragionamento sulla sfruttabilità della spiaggia antistante la struttura, con una messa in sicurezza rispetto alla quale potrebbe operare il comitato scientifico di cui ci si auspica la costituzione. Ma moltissime altre attività potrebbero restituire vita all’ex Lido Pola: da sport d’ogni genere a dibattiti, workshop e iniziative informative; dalla promozione artistica (con mostre pittoriche e fotografiche, esibizioni, eventi musicali e teatrali, presentazioni di libri, cineforum) alla divulgazione di saperi e pratiche comuni, con biblioteche, corsi e laboratori.

Nonostante proprio ieri rappresentanti del Demanio, Guardia di Finanza e concessionari dello spazio abbiano minacciato di sgomberare l’edificio (ridotto ad un covo di immondizia e abusivismo proprio a causa delle loro negligenze ultraventennali), la bonifica sociale di questo bene pubblico proseguirà, puntando sempre al coinvolgimento attivo di tutti i cittadini nel processo di autogestione e recupero dal basso: dalla pulizia ad una prima pianificazione lavorativa per la messa in sicurezza, alla ridefinizione partecipata delle funzionalità dello spazio.

Invitiamo, allora, tutti quanti ci abbiano conosciuto e sostenuto ad unirsi al nostro percorso, per affermare e difendere la legittimità di un’iniziativa il cui solo scopo è il ripristino della prerogativa sociale di uno spazio sottratto alla collettività: un obiettivo a cui tutti possono cominciare a contribuire in prima persona partecipando e dando i propri input alla prossima ASSEMBLEA PUBBLICA, fissata per SABATO 25 MAGGIO alle ore 11.30.

Frattanto, diamo appuntamento ogni giorno, dalle 8.00 in poi, all’ex Lido Pola per il presidio permanente della struttura e i lavori di autorecupero dello spazio.

CONTRO ABBANDONO E SPECULAZIONI,

SOSTIENI LA RIQUALIFICAZIONE SOCIALE DEGLI SPAZI PUBBLICI! SOSTIENI BANCAROTTA 2.0!983985_497175997016220_1146335525_n

 
Evento FB: clicca qui 
Guarda il  video su YouMedia
Sul tentato sgombero, vedi anche:
• Napolitoday – leggi articolo
• Espressonline – leggi articolo
• Radiondadurto – leggi articolo
• Contropiano – leggi articolo
• Infoaut – leggi articolo

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